Tagli orizzontali, sprechi, inefficienze, iniquità. Per mantenere l’equilibrio finanziario della sanità (settore che occupa quasi 3 milioni di addetti e produce oltre l’11% del Pil nazionale) ci vuole una più attenta valutazione delle risorse.
«È difficile stabilire se 110 miliardi di euro annui di spesa sanitaria pubblica siano tanti o pochi. Il dato di fatto è che le aziende regionali sono sempre in deficit e che il debito nei confronti dei fornitori ammonta a 14 miliardi»: il direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan lo ha detto ieri concludendo a Venezia il convegno nazionale dal titolo «Motore Sanità», organizzato alla Scuola grande di San Giovanni Evangelista in collaborazione con il Parlamento Europeo, la Conferenza delle Regioni e Anci Federsanità. Con il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Fabrizio Oleari; il direttore del Centro nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa, il presidente della Commissione sanità del consiglio regionale Leonardo Padrin e il direttore generale della sanità dell’Emilia Romagna, Tiziano Carradori, si è parlato della necessità di un coordinamento europeo del sistema sanitario e di innovazione come mezzo indispensabile a razionalizzare le risorse. «Le nuove tecnologie sono indispensabili, ma i fondi a disposizione sono gli stessi. Per questo bisogna risparmiare dove si può», ha aggiunto Mantoan «soprattutto prospettando la mobilità dei pazienti prevista dalla nuova direttiva europea: se i pazienti del Sud portano al Nord un miliardo e mezzo all’anno per curarsi nei nostri ospedali, vuol dire che al Sud qualche ospedale deve essere chiuso». In apertura, l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto aveva insistito sulla correttaapplicazione dei costi standard: «Innovare significa riorganizzare la sanità in quest’ottica. E poi l’informatizzazione: produrrebbe risparmi per 7 miliardi l’anno». Il Veneto, su questo fronte, è all’avanguardia: grazie al progetto Escape si scaricano i referti sul computer di casa, con un risparmio di 120 milioni l’anno per gli utenti e 56 milioni ogni 3 anni per le Ullss. Con il fascicolo elettronico, il Progetto Doge e l’ePrescription per la gestione della cosiddetta “ricetta rossa”, inoltre, si risparmiano oltre 3 milioni. A proposito di tecnologia, da oggi, grazie alla rete, i medici possono scambiarsi opinioni, confrontarsi e aggiornarsi grazie al nuovo social network Motore Sanità (social.csi.it/motoresanita) riservato esclusivamente a loro. Lo ha ideato Csi Piemonte, una delle principali aziende italiane in mabito di Information & Communication Technology, ed è, in sostanza, un network che connette i professionisti della sanità italiana per discutere di innovazione, dedicata a direttori generali, sanitari, amministrativi, dirigenti di assessorati alla sanità. I gruppi di discussione attivi sono già quattro: sanità digitale; tecnologie biomedicali, management sanitario, farmaci e dispositivi medici. Il sito è stato presentato ieri a Venezia e ha raccolto molte adesioni fra i partecipanti del meeting.
Il Mattino di Padova – 4 giugno 2013