L’aumento dell’aliquota IVA dal 21% al 22%, previsto a partire dal primo ottobre, comportera’ in Veneto una contrazione dei consumi di 61 milioni di euro nell’ultimo trimestre 2013 e di 251 milioni nel 2014, mentre gli investimenti si ridurranno di ulteriori 40 milioni di euro quest’anno e di 158 nel 2014. Nel complesso il Veneto perderebbe un’ulteriore quota di PIL stimata in 105 milioni nel 2013 e in 420 milioni a partire dal 2014.
A tracciare il quadro sugli effetti depressivi dell’aumento dell’IVA sull’economia del Veneto e’ il Centro Studi di Unioncamere del Veneto che, nell’elaborazione delle stime, ha adottato due modelli di simulazione chiamati MACROVEN, per gli effetti dei provvedimenti di natura fiscale sulla realta’ economica e sociale del Veneto, e MICROVEN, che evidenzia l’impatto sul reddito delle famiglie.
Per quanto riguarda l’impatto sul reddito disponibile delle famiglie (quello che rimane per i consumi dopo il pagamento delle imposte dirette), l’aumento dell’aliquota IVA farebbe crescere l’incidenza di tale imposta dall’attuale 15,6% al 16,1% con uno scostamento del +0,47%. Gli effetti sarebbero piu’ pesanti per le famiglie con reddito basso: lo scostamento sarebbe dello 0,82% per i nuclei familiari situati nel primo decile (dal 27,35% al 28,16%), mentre si ridurrebbe al +0,16% per le famiglie del decile piu’ ricco (dal 5,36% al 5,52%). La presenza di aliquota IVA ridotta (10%) e minima (4%) alleggeriscono solo in minima parte l’incidenza del tributo sui decili piu’ poveri, in quanto i beni gravati da aliquote agevolate (alimenti) sono consumati dall’intera popolazione, non solo dagli strati meno abbienti.
”L’aumento delle tasse non puo’ essere la soluzione dei problemi relativi alla crescita e al superamento della crisi – evidenzia Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto – . Occorre finalmente procedere col taglio selettivo e non lineare dei costi fissi e improduttivi di quelle Pubbliche amministrazioni che in alcune Regioni hanno spese altissime e che ad oggi, a livello centrale, non hanno contribuito come gli Enti locali alle varie spending review, come da anni dimostrato e richiesto da Unioncamere del Veneto”.
Asca – 27 settembre 2013