In prossimità della fine dell’anno, arrivano le pagelle dei direttori generali della sanità veneta. Tutti promossi, anche se con differenze fra un’area e l’altra: in assoluto la medaglia d’oro e la maglia nera vanno entrambe a Verona. «Tutti, escono di fatto a testa alta, perché gestire ed erogare servizi sanitari di qualità e con sempre meno risorse a causa dei tagli nazionali indebitamente subiti dal Veneto, è impresa titanica anche per 1 migliori», rileva l’assessore alla Sanità Coletto. Il dem Sinigaglia: «I migliori sono quelli che sanno dialogare». Resta un nodo da sciogliere: per mancanza di fondi, manager potrebbero non ottenere il premio di risultato. La delibera. Allegato A i punteggi
In prossimità della fine dell’anno, arrivano le pagelle dei direttori generali della sanità veneta. Tutti promossi, anche se con differenze fra un’area e l’altra e con il rischio di non ottenere il premio di risultato, per possibile mancanza di fondi: lo dice la griglia relativa al 2016, l’ultima dell’era che vedeva 23 fra aziende e istituti. In virtù della riforma sanitaria che ha introdotto l’Azienda Zero, invece, dal prossimo anno le verifiche riguarderanno un numero ridotto di enti e si baseranno su un diverso sistema di calcolo.
LA CLASSIFICA Il leghista Luca Coletto, assessore regionale alla Sanità, lo dice subito: «Mi piacerebbe che almeno per una volta questo atto non venisse trattato come una classifica sportiva, con vincenti e perdenti, perché non è questo il senso di una valutazione così complessa, dalla quale comunque tutti, ripeto tutti, escono di fatto a testa alta, perché gestire e erogare servizi sanitari di qualità, rispettando Lea (Livelli essenziali di assistenza) sempre più impegnativi e con sempre meno risorse causate dai tagli nazionali indebitamente subiti dal Veneto, è impresa titanica anche per i migliori».
Inevitabilmente però la lista dei voti, indicati su una scala che va da zero a cento, costituisce una graduatoria. In assoluto la medaglia d’oro e la maglia nera vanno entrambe a Verona: Francesco Cobello, dg dell’azienda ospedaliera universitaria integrata, è primo con 96,40 punti; Pietro Girardi è ultimo con 74,25, ma solo nella veste di dg dell’azienda sanitaria del capoluogo scaligero (la ex Ulss 20), mentre da commissario della Ulss 21 di Legnago ne riceve 83,54 e per la Ulss 22 di Bussolengo 80,54.
GLI ESITI Va infatti ricordato che, in vista della riforma che avrebbe sostanzialmente accorpato le Ulss provinciali, quasi tutti i direttori generali erano stati nominati anche commissari delle aziende destinate alla soppressione. In questo senso gli esiti sono più variegati. Adriano Rasi Caldogno ottiene 90,86 per l’Ulss 1 di Belluno e 92,12 per l’Ulss 2 di Feltre. Giorgio Roberti: 86,29 per l’Ulss 3 di Bassano del Grappa e 87,49 per l’Ulss 4 di Thiene. Giovanni Pavesi: 78,50 per l’Ulss 5 di Arzignano e 81,93 per l’Ulss 6 di Vicenza. Francesco Benazzi: 91,55 per l’Ulss 7 di Pieve di Soligo, 85,71 per l’Ulss 8 di Asolo e 92,84 per l’Ulss 9 di Treviso. Carlo Bramezza: 89,62 per l’Ulss 10 di San Dona di Piave. Giuseppe Dal Ben: 96,73 per l’Ulss 12 Veneziana, 83.93 per l’Ulss 13 di Mirano e 83.94 per l’Ulss 14 di Chioggia. Claudio Dario e, dopo le sue dimissioni a maggio, Domenico Scibetta: 88,58 per l’Ulss 15 Alta Padovana, 89,79 per l’Ulss 16 di Padova e 86.13 per l’Ulss 17 di Este, Fernando Compostella: 84,31 per l’Ulss 18 di Rovigo e 80,04 per l’Ulss 19 di Adria. Luciano Flor: 85.36 per l’azienda ospedaliera di Padova. Patrizia Simionato: 94,30 per l’Istituto oncologico véneto. L’asticella della soddisfazione era fissata a quota 70.
I CRITERI Per le aziende sanitarie la valutazione si è basata per il 75% sul giudizio della giunta regionale (garanzia dei Lea nel rispetto dei vincoli di bilancio), per il 5% sul parere della commissione Sanità (rispetto della programmazione regionale) e per il 20% sul riscontro del comitato dei sindaci di ciascun distretto (qualità ed efficacia dell’organizzazione dei servizi sociosanitari sul territorio). Per le aziende ospedaliere e per lo Iov il punteggio è stato ripartito solo fra giunta (80%) e commissione (20%). Mentre i consiglieri hanno quasi sempre sfiorato il tetto di loro competenza, il governatore Luca Zaia e gli assessori hanno assegnato parziali molto differenziati (per le Ulss, da un minimo di 52.92 per la 20 di Verona a un massimo di 71,78 per la 12 Veneziana), così come i primi cittadini (fra diverse aziende a punteggio pieno, spicca il 10,00 per l’Ulss 19 di Adria). «A fare davvero la differenza – rileva il dem Claudio Sinigaglia, componente della Quinta commissione – sono stati proprio i riscontri dei sindaci. I manager considerati migliori sono quelli che hanno dimostrato di saper dialogare con i rispettivi territori, riuscendo a coinvolgere gli amministratori locali».
LE NOVITÀ Le pagelle relative al 2017 saranno stilate con una significativa novità. Il peso della giunta scenderà infatti al 60%, mentre quello della commissione salirà al 20%, comprendendo nuovi indicatori come l’umanizzazione del servizio e la realizzazione delle strutture intermedie. «Quest’ultimo finora è stato un fronte critico, vedremo come andranno i voti», dice il consigliere Sinigaglia. Ma l’assessore Coletto professa ottimismo: «La sanità veneta è di fatto una squadra compatta, dove ogni giocatore mira allo stesso obbiettivo, che è quello di dare il meglio possibile a chi ha bisogno di cure».
Ma il premio di risultato è a rischio: forse non ci sono i fondi
Ma ad un alto punteggio in pagella, corrisponderà anche un extra sullo stipendio? Non è affatto detto: dipenderà dall’eventualità che vengano reperiti i necessari fondi nel bilancio regionale. Il che non è assolutamente scontato, basti considerare che durante le presidenze di Luca Zaia, una sola volta è stato accordato il premio di risultato ai direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere del Veneto. In questi anni il trattamento economico dei dg ha subito diverse oscillazioni. Nel 2011, ad esempio, per effetto di una delle tante manovre statali era stata disposta una riduzione a 123.608,28 euro, «con possibilità di maggiorazione fino al 20% in caso di verifica positiva dei risultati di gestione ottenuti e del conseguimento degli obiettivi fissati dalla Regione». Alla fine del 2016, in occasione del varo della nuova geografia sanitaria per effetto della riforma approvata dal consiglio regionale, l’emolumento dei dg chiamati a fare anche i commissari era risalito a 150.000 euro lordi annui, «con possibilità di maggiorazione fino al 10%, in caso di verifica positiva dei risultati di gestione ottenuti e del conseguimento degli obiettivi di salute determinati dalla Regione». Dunque il premio di risultato ci sarebbe ancora. benché dimezzato rispetto al passato, ma potrebbe restare sulla carta.
Angela Pederiva – Il Gazzettino – 11 dicembre 2017