Il Corriere del Veneto. Con un po’ di fortuna il caos tamponi ritratto plasticamente nelle interminabili file ai Covid point delle ultime settimane è destinato a risolversi nell’arco di qualche giorno. Francesca Russo, direttore della Prevenzione regionale, e membro del tavolo nazionale che sta vagliando un corposo pacchetto di semplificazioni imperniato sulla distinzione fra sintomatici e asintomatici, si aspetta una risposta affermativa: «il prossimo incontro sarà nella prima metà della prossima settimana».
Nel frattempo, però, complice anche una prima concessione giunta dal ministero della Sanità venerdì sera in merito alla possibilità di effettuare in farmacia il tampone (anche di prima generazione) d’uscita dall’isolamento per i soggetti positivi, la Regione corre ai ripari e si rivolge ad Azienda Zero per creare una piattaforma web dedicata, oltre che ai vaccini, a tamponi, quarantene, isolamenti e green pass. E, non ultimo, una sezione informativa che, nella giungla normativa, di certo non guasta. La principale novità riguarda proprio i tamponi: per i positivi viene a cadere il percorso obbligato della sanità pubblica, i Punti tampone, e si aprono altre strade possibili ovvero farmacie, medici di base, pediatri e privati convenzionati. Costo dell’operazione: 10 milioni a carico delle casse regionali contenuti in due recenti delibere di pari importo. Obiettivo: sgravare i punti tampone pubblici consentendo, così, di dare la priorità nel pubblico a contatti scolastici under 12 e soggetti fragili. «Perché la scuola la si trova ormai in coda a un Punto tampone» chiosa, amaro, il presidente della Regione Luca Zaia nel chiedere una volta di più di cambiare le regole, soprattutto per gli studenti, arrivando al «modello morbillo»: «a casa solo chi è malato».
Torniamo, però, alla piattaforma che ingloba i dati dei cittadini già presenti nel sistema sanitario pubblico ormai a un buon livello di digitalizzazione. La premessa da cui si parte è un lapidario «il contact tracing ormai è saltato» di Zaia. Così i veneti risultati positivi, da lunedì (data in cui la piattaforma entrerà a regime) riceveranno un sms dalla sanità pubblica con un link alla piattaforma. Con lo stesso meccanismo della prenotazione dei vaccini, il sistema proporrà la data di prenotazione per il tampone d’uscita dalla quarantena a 7 o 10 giorni a seconda dello status vaccinale. Di più, e qui il Veneto si concede un piccolo strappo per contenere le lunghe assenze dai banchi di scuola e dai posti di lavoro, se al primo tampone non ci si fosse negativizzati si potrà prenotare un secondo tampone a 3-4 giorni anziché dopo altri 7. La piattaforma ha una home page semplice, intuitiva: quattro sezioni. La prima è la «Scheda personale Covid-19» »consultabile da chi abbia fatto un tampone (antigenico o molecolare) risultato positivo. Qui sarà possibile registrare alcune informazioni per la sorveglianza epidemiologica come lo stato di sintomatico o asintomatico (di buon auspicio per le nuove norme di convivenza col virus?), nonché ottenere i certificati di inizio e fine isolamento e il certificato di negativizzazione. Quest’ultimo passaggio sarà possibile solo con Spid o Cie (Carta di identità elettronica). «Un modo, questo dello scaricamento del certificato di negativizzazione, per accorciare i tempi lunghi della riattivazione del green pass» spiega Russo. La seconda sezione è «Informazioni utili». La terza è la «Prenotazione tampone» in cui i positivi potranno prenotare il tampone di uscita secondo le modalità già descritte e senza la ricetta del medico. Qui è doveroso aprire una parentesi perché a questo percorso pubblico si affianca, ora, la possibilità di effettuare il tampone d’uscita anche in farmacia o in un centro privato convenzionato. Va detto che anche seguendo i canali privati il tampone sarà gratuito. Pagherà, cioè, la Regione con quei 10 milioni di cui sopra. Per accedere ai canali privati, però, servirà una «pezza giustificativa» per dimostrare d’essere positivi quindi un’impegnativa del medico o la comunicazione della scuola o dell’Usl nel caso di contagi scolastici. Gratuiti da domani, anche i tamponi d’uscità dalla quarantena in farmacia o nel privato. Infine, c’è la sezione «Prenotazione appuntamento vaccinale». La piattaforma sarà accessibile da lunedì al link https://sorveglianzacovid.azero.veneto.it. Nel frattempo i numeri della pandemia scendono: 18.773 nuovi contagi e 38 decessi. E gli attualmente positivi, dopo mesi, calano: ieri erano 277.831, 1.426 in meno rispetto al giorno precedente. «Anche se in maniera timida la direzione c’è: la curva sta calando – dice Zaia – in intensiva si caricavano 18-20 persone al giorno, ora sono la metà».
Federfarma: «Ormai quasi un test su quattro è positivo»
L’attività di tampone affidata dalla Regione alle farmacie è fondamentale per due motivi: assorbono un flusso importante di richieste (dal 29 dicembre 2020 al 20 gennaio 2022 hanno eseguito 6.073.685 test) e scovano fino a un infetto su quattro. Se a novembre 2021 era risultato positivo solo lo 0,5% dei 1.376.984 tamponi effettuati e lo scorso dicembre l’indice si era alzato al 2,3% su un totale di 1.428.663 prelievi, a gennaio il parametro è schizzato prima al 15,2%, poi al 18,2%, per arrivare al 22% di giovedì. Giornata in cui lo screening ha coinvolto 24.267 persone, la maggior parte delle quali esaminate a Treviso (4920) e a Padova (4601). All’opera 847 farmacie su mille.
«La settimana record l’abbiamo vissuta dal 7 al 13 gennaio, con 362.744 test eseguiti — precisa Andrea Bellon, presidente di Federfarma — ma il boom è iniziato a dicembre, con l’obbligo di Green pass sul posto di lavoro. Siamo passati dai 149.272 tamponi contati in luglio a 1.438.663, anche perché nello stesso mese è caduto l’obbligo del molecolare di conferma da parte delle Usl in caso di utente contagiato dal Covid. Vale il referto emesso dalla farmacia, che lo inserisce direttamente nel portale regionale». Una novità che contribuisce a spiegare l’impennata di positivi rilevata da metà dicembre nel Veneto. «Sì, anche perché prima da noi venivano a controllarsi i no vax per poter ottenere il Green pass base da esibire sul posto di lavoro, e dovendo sottoporsi a screening ogni 48 ore risultavano negativi quasi nella totalità dei casi — spiega Bellon —. Adesso invece la variante Omicron infetta anche i vaccinati, che sono asintomatici e spesso risultano contagiati. C’è poi un altro dato oggettivo: le farmacie possono esaminare solo gli asintomatici, ma accade che molti utenti non esplicitino i sintomi perché non sono riusciti a trovare il medico di famiglia oppure non vogliono o non possono affrontare i tempi biblici nei Covid point pubblici, presi d’assalto da lunghe code. E allora per disperazione vengono da noi e non ci dicono di essere sintomatici».
C’è anche chi ha già fatto l’auto-test a casa, quindi sa di aver contratto il virus, ma vuole l’ufficialità per iniziare la quarantena e comunicarlo al lavoro. I picchi si registrano soprattutto al sabato, quando i medici di famiglia sono per la gran parte a riposo e i Covid point sono intasati. E da domani il trend aumenterà ulteriormente, poiché le farmacie potranno effettuare anche il tampone di fine quarantena. «Il problema è che tanti farmacisti sono a casa col Covid e quindi i colleghi sono costretti a lavorare a organico ridotto — avverte il presidente di Federfarma — il che appesantisce maggiormente un carico di lavoro già molto impegnativo. Siamo nel pieno della quarta ondata, non è semplice garantire all’utenza il servizio tradizionale, i tamponi e le vaccinazioni». A proposito di vaccini contro il Sars-Cov2 nella settimana tra il 10 e il 16 gennaio le 201 farmacie aderenti alla campagna ne hanno somministrati 7669 (Pfizer Biontech e Moderna): prima Verona con 2709, seconda Padova con 1476 e terza Treviso, con 1199.
L’attività è iniziata lo scorso primo luglio, grazie ad un accordo con la Regione (come è avvenuto per i tamponi) e da allora le farmacie hanno eseguito 93.732 vaccinazioni, alcune direttamente con i propri operatori e altre appoggiandosi a medici e infermieri. Hanno finora immunizzato anche 2621 ragazzi tra 12 e 19 anni.