Già molti supermercati nel Veronese praticano ribassi a fine giornata o su prodotti freschi per evitare lo smaltimento, altri invece donano l’invenduto alle associazioni
Fra i pochissimi aspetti positivi della crisi c’è la crescente attenzione contro lo spreco che per decenni ha dominato il nostro sistema produttivo. Spreco di denaro, risorse e anche cibo. Si stima che ogni anno, in Italia, finiscano tra i rifiuti 6 milioni di tonnellate di alimenti, in buona parte ancora commestibili e buoni. Uno sperpero non più tollerabile, economicamente ed eticamente.
Ma il cambiamento pare ormai dietro l’angolo. Il ministero dell’Ambiente sta lavorando al Pinpas (Piano nazionale di riduzione dello spreco alimentare): un decalogo il cui primo comandamento, indirizzato alla grande distribuzione, obbligherà ad applicare uno sconto sugli alimenti prossimi alla scadenza. In modo che questi vadano più facilmente venduti e consumati, invece che buttati.
Nell’attesa che il provvedimento diventi operativo, a Verona già diversi supermercati hanno avviato spontaneamente l’iniziativa, aggiungendosi alle esperienze virtuose di altre regioni (Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia Romagna). È un successo: i prodotti a due-tre giorni dalla data di scadenza, ribassati dal 30 fino al 50 per cento, vanno a ruba. Valter Mion, presidente del Gruppo Migross, conferma: «Da diverso tempo nei nostri supermercati si scontano almeno del 30 per cento tutti gli alimenti vicini alla scadenza. Con la crisi, il successo è raddoppiato. I clienti gradiscono e acquistano. Vanno per la maggiore i prodotti freschi, come ricotta, mozzarella, mascarpone, le buste di affettati. E poi il pane, soprattutto. Ogni sera vuotiamo i cestoni proponendo la rimanenza di filoncini, mantovane, tartarughe e quant’altro al 40 per cento in meno. Lo stesso facciamo con i polli allo spiedo che restano in gastronomia».
«Il vantaggio è doppio», sottolinea Mion. «Noi non abbiamo eccedenze da smaltire, anche perché una parte del nostro invenduto è sempre riservato ai frati del Barana. Viceversa, i clienti trovano buone occasioni di risparmio».
Facendo un giro di carrello nelle varie catene sul territorio, ci si accorge che altri pionieri del sistema anti-spreco, pur con quantità e tipologie di prodotti diverse, sono Auchan (nella sezione «discount»), Sa.Ma.Frutta, Pam, Sigma. E pure i supermercati Billa ottimizzano le vendite nello stesso modo: «Quando sul prezzo appare un taglio del 50 per cento, quasi tutti i prodotti vicini alla scadenza vengono acquistati», ci viene spiegato al punto vendita di San Zeno. «Le categorie alimentari che rientrano nell’offerta sono le più varie, ma il maggior successo viene riscosso dai prodotti di alta qualità».
Altri marchi da noi interpellati rispondono di non praticare l’iniziativa, però di minimizzare gli sprechi in modo differente. Esselunga ci scrive: «Manteniamo un accordo con il Banco Alimentare per la cessione di prodotti deperibili, come latticini, frutta e verdura. A Verona sono coinvolti entrambi i punti vendita, sia quello in via Colonnello Fincato sia in Corso Milano».
Lorenzo Rossetto, amministratore delegato del Gruppo Rossetto, dice di «evitare accuratamente lo spreco a monte, a partire dai nostri approvvigionamenti, tant’è che di rado ci troviamo a dover gestire eccedenze. Quando capita, ma è cosa rara, regaliamo ai nostri clienti i prodotti prossimi alla scadenza, o li ritorniamo ai fornitori». Occorre chiarire che, attualmente, il ritiro dell’invenduto è quasi tutto a carico del produttore, «ed è per questo motivo che ancora tanti supermercati non trovano conveniente scontare la merce in scadenza», aveva spiegato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Con il risultato di montagne di cibo riversate nelle discariche o, meno peggio, trasformate in mangime per animali.
Lorenza Costantino – L’Arena – 25 agosto 2014