Il Gazzettino. Questa, per il Veneto, sarà «la settimana cruciale». Una sorta di «spartiacque», dice il governatore Luca Zaia, citando i dati dei ricoveri, in particolare quelli delle terapie intensive. E perché non anche i contagi? Perché ormai si è capito che la variante Omicron è contagiosissima, ma il dato da tenere sotto controllo è quello degli ospedali. «La pressione ospedaliera è sempre alta, ma le terapie intensive stanno tenendo. Resta l’amaro in bocca di fronte all’80% di pazienti in rianimazione che non sono vaccinati».
Questa, per il Veneto, sarà «la settimana cruciale». Una sorta di «spartiacque», dice il presidente della Regione, Luca Zaia, citando i dati dei ricoveri ospedalieri, in particolare quelli delle terapie intensive. E perché non anche i contagi? Perché ormai si è capito che la variante Omicron, Uno starnuto può contagiare fino a 7 metri» predominante nella regione stando alle sequenziazioni eseguite dall’Istituto Zooprofilattico, è contagiosissima e infatti il numero dei positivi è sempre alto, sull’ordine dei 20mila casi al giorno, ma grazie alle vaccinazioni ci sono tantissimi asintomatici, i cosiddetti “positivi per caso”. Il dato da tenere sotto controllo è dunque quello degli ospedali perché più gente viene ricoverata e più si blocca l’attività ordinaria. «La pressione ospedaliera è sempre alta», dice Zaia scorrendo il bollettino quotidiano. Ieri 1.962 ricoverati, di cui 1.757 in area non critica e 205 in rianimazione, senza contare il numero totale dei positivi: complessivamente 249.145 veneti che devono stare in isolamento. «Ma nonostante i numeri sempre alti – dice il governatore – le terapie intensive stanno tenendo. Resta però l’amaro in bocca di fronte a quell’80% di pazienti in rianimazione che non sono vaccinati. Gli studi ormai sono chiari: un vaccinato ha il 69% di possibilità in meno di infettarsi e il 98% di possibilità in meno di incorrere in malattie gravi». Il lavoro negli ospedali, dice Zaia, è «immane»: «Adesso in un giorno, tra ricoveri, positivi, tamponi e quant’altro, si fa l’equivalente di quanto si faceva in una settimana l’anno scorso». Ma perché questa dovrebbe essere la settimana «cruciale»? Perché, spiega il governatore, potrebbe essere davvero lo spartiacque tra l’impennata che si è avuta finora e l’inizio della discesa. Il Veneto, del resto, è riuscito a restare in zona gialla per un’altra settimana: si vedrà nei prossimi giorni se la situazione si stabilizzerà o se, al contrario, si raggiungerà il tetto del 30% dell’occupazione dei posti letto in area medica. Anche il report nazionale su tamponi e positività ieri registrava il Veneto al sest’ultimo posto per percentuale di positività (12,05%) rispetto ai 162.189 tamponi effettuati (3.342 per 100m ila abitanti, record nazionale).
L’APPELLO Di qui il duplice appello di Zaia: farsi la terza dose e non smettere mai di indossare la mascherina. «La mascherina è fondamentale – ripete il presidente della Regione – basti vedere gli esiti dello studio compiuto dall’Università di Padova: uno semplice starnuto di una persona infetta determina un droplet, una quantità di “goccioline”, in grado di contagiare a distanza di ben 7 metri». Intanto il Veneto accelera sulla profilassi: ieri e oggi open day per i ragazzi dai 5 agli 11. Finora sono state somministrate 9.763.297 dosi di vaccino anti Covi-19, di cui 52.031 nella giornata di venerdì: 4.248 prime dosi, 2.937 richiami, 44.846 booster. Nella fascia d’età 5-11 anni, il 23% ha avuto almeno una dose, il 4,1% anche la seconda.