Il 60% dei 7 mila medici ospedalieri del Veneto e i veterinari, al netto di personale in ferie e comandato in servizio per garantire le urgenze, ieri ha aderito allo sciopero di 4 ore indetto per protestare contro i tagli al sistema sanitario, il precariato, un contratto fermo da 5 anni, il blocco del turn over e la valanga di contenziosi che da soli i dottori devono affrontare.
«Il risultato è più che soddisfacente — dice Salvatore Calabrese, segretario di Anaao Veneto — ci dispiace per i disagi agli utenti. Ma in risposta a precisa richiesta del Tribunale del malato, ci siamo impegnati a rifissare in 7 giorni le visite e in 15 gli interventi chirurgici saltati». Ovvero 2500 prestazioni programmate. «Ci sentiamo assediati e abbandonati — denuncia Maurizio Scassola, presidente dell’Ordine dei Medici di Venezia — un contratto nazionale scaduto nel 2009, nessun ricambio generazionale e un esercito di precari. L’unica buona notizia è che la Regione la prossima settimana aprirà un tavolo di confronto». Fra i motivi di scontento turni massacranti, su cui la Ue ha aperto una procedura di infrazione contro il governo italiano, reo di aver tolto il limite massimo delle 48 ore settimanali.
Un sovraccarico di lavoro che aumenta le probabilità di errore. «Negli ultimi 15 anni le richieste di risarcimento nei confronti dei medici sono aumentate del 250% — rivela Scassola — ogni anno se ne contano 34 mila». I medici hanno l’obbligo di assicurarsi, ma le compagnie non trovano conveniente offrire polizze, se non a prezzi proibitivi, anche 12 o 13 mila euro se si è un chirurgo. Le Usl devono coprire da sè i danni fino a 500 mila euro ma poi, dice Donatella Noventa, segretaria veneta dei primari dell’Anpo, si rifanno sul camice bianco, tenuto a sborsare un tot al mese per l’assicurazione. Eppure il 99% delle denunce cade nel vuoto, secondo l’Amami, l’Associazione medici accusati ingiustamente di malpractice.
Il Corriere del Veneto – 23 luglio 2013