«Se va avanti così, si fa macelleria sociale, altro che lotta agli sprechi». Le segreterie regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil (Trasporti e Uiltucs) annunciano battaglia al motto di “Spending review e il lavoro non c’è più”.
Il 19 settembre presidi in tutte le province del Veneto, davanti alle Prefetture, e a Venezia davanti alla Regione per chiedere audizioni ai prefetti e all’assessore regionale alla Sanità. Uno stato di agitazione, spiegano Margherita Grigolato, Maurizia Rizzo e Luigino Boscaro contro gli effetti negativi della Spending Review, decisa dal governo Monti e subito messa in pratica in Veneto con la richiesta alle aziende sanitarie di procedere a tagli per il 5 per cento. Belluno, Treviso e Venezia non hanno ancora deciso, ma da Verona a Padova passando per l’Asl 13 della Riviera del Brenta fino a Rovigo gli effetti già si vedono. E sono tutti a scapito di lavoratori e lavoratrici degli appalti e servizi ospedalieri; pulimento, ristorazione, lavanderie, call center. «La cosa certa è che il taglio si è tradotto non certo in una diminuzione degli stipendi dei direttori generali, tutti in scadenza, bensì nel taglio di ore e posti di lavoro degli appalti, l’anello più debole». Addetti, almeno 10 mila in Veneto, per il 99 per cento monoreddito, per la maggioranza a part-time ( significa buste paga da 450 a massimo 800 euro al mese) e principalmente donne, denunciano i sindacalisti delle tre confederazioni sindacali. i. E se in Veneto il peso dei tagli si stima in un meno 8 per cento per i prossimi tre anni, calcolano i sindacati, gli effetti rischiano di pesare per molto di più visto che anche gli appalti in essere possono essere rinegoziati puntando a tagli del 20, 25 per cento che finiscono con il penalizzare anche personale qualificato e comunque riducendo il costo del lavoro. «Questo produce anche una riduzione dei servizi, come il non servire più le colazioni o ridurre le pulizie dei reparti», avvertono i sindacati. «Perché la Regione Veneto si è mossa per prima in Italia con velocità e senza alcun confronto?», dicono polemici Rizzo, Grigolato e Boscaro. I sindacati hanno già chiesto e ottenuto una audizione in quinta commissione regionale da Padrin e sperano in un confronto con il manager della sanità regionale Mantoan che ha firmato ad agosto i mandati alle Asl per i tagli. Le aziende degli appalti mostrano già preoccupanti segnali, conseguenza dei tagli. Trecento persone in esubero alla Serenissima che per l’80 per cento copriva i servizi mensa negli ospedali veneti (come il Civile di Venezia). A Verona la Markas ha segnalato cento esuberi, altri 36 a Padova. Tagli anche alla Coopservice a Padova. Centoquaranta esuberi segnalati tra Rovigo e l’ospedale di Trecenta per la riduzione degli appalti di pulizie negli ospedali. «Il costo delle casse integrazioni finirà con l’essere più alto dei risparmi. Ne vale la pena?», dicono Cgil, Cisl e Uil
La Nuova Venezia – 15 settembre 2012