Alda Vanzan. Il 30 dicembre 2015 il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha nominato – e ridotto – i direttori generali delle Ulss. II giorno dopo, nel suo ultimo giorno alla guida dell’Ulss 22 di Bussolengo, il non riconfermato dg Alessandro Dall’Ora, su carta intestata dell’azienda, ha scritto di suo pugno e vergato una diffida al governatore: aspetto i soldi del premio, io i risultati li ho raggiunti, ho addirittura portato in attivo il bilancio dell’Ulss, ergo il premio mi spetta.
Se Dall’Ora ha scritto in prima persona nell’ultimo giorno del suo mandato, altri sei suoi ex colleghi l’avevano preceduto affidandosi agli avvocati Fabrizio Scagliotti e Ludovico Mazzarolli di Padova: in data 20 dicembre, quindi dieci giorni prima della nomina dei nuovi direttori generali, Antonio Alessandri, Renzo Alessi, Adriano Cestrone, Paolo Stocco, Sandro Caffi, e Arturo Orsini avevano firmato analoga diffida. Alessandri aveva diretto l’Ulss 6 di Vicenza dal 1. gennaio 2003 al 31 dicembre 2012; Alessi era stato dg dell’Ulss 5 Ovest Vicentino dal 1. gennaio 2008 al 31 dicembre 2012; Cestrone aveva diretto l’Azienda ospedaliera di Padova dal 1. gennaio 2008 al 31 dicembre 2012; Stocco era stato alla direzione dell’Ulss 10 del Veneto orientale dal 1. gennaio 2008 al 31 dicembre 2012; Caffi era stato alla guida dell’Azienda ospedaliera di Verona dal 1. gennaio 2008 al 31 dicembre 2009 e quindi direttore dell’Azienda ospedaliera integrata Verona dal 1. gennaio 2010 al 31 dicembre 2014; Orsini aveva diretto l’Ulss 13 di Mirano dal 1. gennaio 2008 al 31 dicembre 2012. Nelle diffide, i sette ricordano che: 1) i contratti di lavoro prevedevano premi fino al 20% dello stipendio pattuito previa valutazione dei risultati conseguiti; 2) per il 2008 la Regione ha prudenzialmente riconosciuto un “acconto” del 10%; 3) poi il nulla. Tant’è che nel 2012 arriva una delibera di giunta che, vista la crisi economica e l’esigenza di contenere la spesa pubblica, cancella i premi per il 2009 e il 2010. Per il biennio successivo, 2011-2012, vengono fissati gli obiettivi ma non si dice una parola dei premi. Ma gli ex dg quei premi li vogliono. Di qui la diffida. Con una precisazione: possiamo anche metterci d’accordo e trovare una soluzione conciliativa, altrimenti andremo dal giudice del lavoro.
Ma a Palazzo Balbi non tira aria di ripensamento. Zaia, lo scorso 30 dicembre, era stato chiaro: c’è la crisi, tutti devono fare la loro parte, ne riparliamo semmai a riforma sanitaria approvata.
Il Gazzettino – 12 gennaio 2016