“L’incapacità della politica di agire e di intervenire anche in modo apparentemente drastico genera drammi”. Lo dichiara il capogruppo di Verso Nord ed esponente di Scelta Civica, Diego Bottacin, commentando il decesso di un neonato all’ospedale di Piove di Sacco.
“una tragedia – afferma il capogruppo di Verso Nord – a cui tutti noi, che ci occupiamo della cosa pubblica, siamo chiamati a dare delle risposte. Alla Giunta Zaia potrà dispiacere, ma in sanità serve anche la forbice, utensile dimenticato in soffitta da questa giunta: bisogna cancellare i reparti doppi, chiudere quelli troppo piccoli per garantire la sicurezza clinica, come Piove di Sacco e bisogna diminuire il numero delle Ulss. L’Organizzazione mondiale della sanità – ricorda Bottacin – indica nel numero di mille la soglia minima di parti, affinché una struttura possa offrire garanzie di sicurezza alle partorienti. L’Ospedale di Piove di Sacco non raggiunge quella cifra. La politica – ribadisce – ha ipocritamente ignorato le riforme che si dovevano fare, come al solito è mancato il coraggio di intervenire con cambiamenti radicali là dove erano più necessari. Negli ultimi anni è stato chiuso un solo punto nascita, mentre ce ne sono ancora tanti altri sotto la soglia dei 1.000. Anche le schede ospedaliere, che stiamo discutendo in questi giorni, non affrontano questo problema. Così non si fa altro che posticipare le decisioni che prima o poi andranno affrontate”. Bottacin risponde anche a Leonardo Padrin, presidente della V commissione Sanità del Consiglio regionale, che chiede il potenziamento del punto nascite di Piove. “Il suo campanilismo è preoccupante, come si fa a chiedere di potenziarlo, se non ci sono abbastanza nascite in quell’area? Possiamo forse obbligare le future madri padovane ad andare a Piove per fare contento Padrin? E perché no, allora, quelle Vicentine, Veronesi o Bellunesi? Pur di non chiudere e compiere scelte impopolari ma necessarie, la Regione si è inventata espressioni come i “poli a due gambe” per indicare quegli ospedali divisi tra due sedi: giochi di parole, tanto inutili quanto pericolosi: alcune scelte – conclude Bottacin – devono essere delle rinunce, purtroppo non si può dire sì a tutti, se non si vuole compromettere il servizio che la regione offre, a rimetterci saranno i cittadini veneti”.
11 settembre 2013