Il Corriere del Veneto. Anche l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin finisce vittima dei ritardi di Moderna e si vede costretta a rinviare l’appuntamento con l’iniezione. La struttura del commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo ha infatti comunicato ieri alla Regione che «a causa di problematiche di trasporto da parte del fornitore, la consegna al Veneto di vaccino Moderna prevista inizialmente per il 15 maggio, poi spostata al 18 maggio, ha subito un ulteriore ritardo», così che si è reso necessario riprogrammare alcuni appuntamenti già fissati dalle diverse Usl per questa settimana (saranno le stesse Usl a comunicare le variazioni ai diretti interessati). Il disagio maggiore si registrerà a Treviso dove saranno ri-calendarizzate ben 4 mila vaccinazioni in agenda tra ieri e oggi, l’Usl Pedemontana ha spostato al 26 maggio, alla stessa ora, gli appuntamenti di ieri (tra cui, per l’appunto, quello dell’assessore Lanzarin, originaria di Rosà), a Vicenza slittano 360 appuntamenti di oggi. «La Regione è in costante contatto con la Struttura commissariale – recita una nota diffusa da Palazzo Balbi – ogni aggiornamento sulla consegna del vaccino Moderna verrà comunicato, per consentire la tempestiva ripresa a pieno regime della campagna».
Intanto ieri, annunciata dal presidente Luca Zaia lunedì, è arrivata la circolare firmata dalla direttrice del Dipartimento di prevenzione Francesca Russo che consente di anticipare il richiamo del vaccino Pfizer o Moderna a 35 giorni anziché i 42 previsti. «Tale programmazione – si legge nella circolare spedita ai direttori generali delle Usl e delle Aziende ospedaliere – consente di avere circa sette giorni a disposizione per la riprogrammazione in caso di situazioni particolari quali controindicazioni temporanee del vaccinando, criticità organizzative dello stesso o sopravvenuti problemi logistici non preventivabili legati alla disponibilità di dosi. Tale indicazione è applicabile alle nuove vaccinazioni; per gli appuntamenti già calendarizzate detto margine di elasticità può essere applicato solo in caso di problemi significativi».
Nel Veneto che confida di diventare «bianco» il prossimo 7 giugno, continuano a calare i dati dell’epidemia: si sono registrati 306 nuovi casi nelle ultime 24 ore e 12 decessi. Il totale degli infetti da inizio epidemia sale a 420.657, quello delle vittime a 11.499. mentre va sottolineato il brusco calo dei positivi in isolamento domiciliare, 14.481, 1.029 in meno rispetto a lunedì. Prosegue anche la discesa della pressione sugli ospedali, con 959 (-32) malati ricoverati, dei quali 845 (-26) in area non critica, e 114 (-6) nelle terapie intensive.
«Dovremmo essere già questa settimana con un’incidenza sotto i 50 casi positivi su 100 mila abitanti e se saremo in grado di ripetere questa incidenza per tre settimane dal 7 giugno saremo zona bianca, sparirà il coprifuoco e si tornerà, diciamo, alla normalità» commenta Zaia. Le mascherine? «Saranno come l’ombrello, le utilizzeremo quando serve».
La campagna vaccinale prosegue, per quanto a ritmo meno spedito a causa dei ritardi nelle forniture: ieri sono state 26.042 le dosi somministrate, ben al di sotto del target di 40 mila, ma che portano il totale a 2.338.479, pari al 95,6% del magazzino. Sono 677.088 i veneti che hanno completato il ciclo vaccinale, pari al 13,9% della popolazione; quelli con almeno una dose sono 1.629.787, il 33.4%. Gli over 80 con almeno una dose ricevuta sono il 97,5%; la fascia 70-79 è all’84%, quella 60-69 al 70,8%, quella 50-59 al 29,1%. I disabili che hanno avuto almeno una dose sono il 72,8%, i vulnerabili sono il 69,8%.
«Siamo i primi per vaccinazioni -dice Zaia – penso che prima di fine maggio si possa parlare di “liberi tutti”, per vaccinare su base volontaria senza limiti di fasce».