Stop ai roccoli nella Regione Veneto. Da circa vent’anni gli impianti autorizzati in tutte le province del Veneto, muniti di reti di cattura, hanno fermato la migrazione di piccoli uccelli provenienti dal nord Europa. Si trattava di Allodole, Cesene, Tordi, Merli, destinati poi a fare da esche vive: i cosiddetti richiami vivi.
Per questa stagione venatoria, però, i roccoli rimarranno chiusi ed i migratori, di conseguenza, liberi.
A darne comunicazione è Andrea Zanoni, presidente della LAC Veneto e, nella scorsa legislatura, Eurodeputato PD al Parlamento europeo.
“Sin dai primi anni di funzionamento di questi impianti di uccellagione – ha dichiarato Andrea Zanoni – ho combattuto tenacemente contro questa pratica che personalmente considero barbara”
Ad avviso di Zanoni, le reti da uccellagione sarebbero inoltre un mezzo proibito, almeno dal 1979, perché non selettivo. “Con esse – precisa il presidente della LAC Veneto – si possono infatti catturare non solo gli uccelli cacciabili ma anche quelli protetti, spesso rari o rarissimi ed in via di estinzione“. Nel 1979, infatti, entrò in vigore la Direttiva Europea relativa proprio alla protezione degli uccelli.
“Sono tante le attività che ho condotto dal lontano 1995, anno di riapertura dei roccoli, per vedere rispettare anche in Italia questa Direttiva Europea: controlli in veste di guardia volontaria nei roccoli, denunce alla magistratura penale, ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato contro le delibere autorizzative regionali e provinciali, petizioni di firme di cittadini indirizzate al Consiglio Regionale e Presidente del Veneto, manifestazioni pubbliche, ecc. per arrivare all’intensa attività in parlamento europeo con incontri con i funzionari della Commissione Ambiente, incontri con il Commissario all’Ambiente Janez Potocnik, denunce alla magistratura, interrogazioni parlamentari“.
Un lungo lavoro ma che solo in veste di Deputato al Parlamento Europeo è diventato per Zanoni, incisivo e determinante per arrivare a risultati concreti. “Posso quindi dire con orgoglio che il risultato di vedere un Veneto libero da reti da uccellagione e in linea con le direttive comunitarie deriva da questo impegno costante negli anni scaturito con la procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea con una lettera di messa in mora del 20 febbraio scorso“.
La Giunta Zaia, grazie all’ennesimo parere negativo dell’ISPRA e alla messa in mora europea, dopo anni di delibere che autorizzavano l’uccellagione in decine di impianti sparsi per tutto il Veneto, ha deciso per il no all’apertura. Per Zanoni “ha gettato la spugna”.
Il ringraziamento di Zanoni è ora rivolto a tutti i volontari delle associazioni di tutela ambientale e degli animali che in questi anni si sono impegnati aiutandolo a combattere per l’importante risultato ora ragginto. L’invito, però, è quello di mantenere alta la guardia per evitare possibili futuri colpi di coda di una regione che da sempre se ne è infischiata delle norme europee e della tutela degli uccelli migratori patrimonio transazionale di tutti i 503 milioni di cittadini europei.
Geapress – 24 ottobre 2014