«Stiamo analizzando al microscopio il decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione per capire quanto ci costa e se ci conviene farci prestare i soldi» dice il governatore Zaia.
«Una cosa è certa: lo Stato italiano si rapporta con le Regioni e gli enti locali come se fosse una banca, guardando principalmente ai suoi interessi. Poco importa a Roma se questi rappresentano una spesa in più per noi. La Giunta mi ha autorizzato a trattare ma lo farò con estrema prudenza». Il governatore Luca Zaia commenta così la notizia (anticipata dal nostro giornale) del prestito di 1,4 miliardi, rimborsabile a un tasso fisso del 2,5% su base ventennale, che il Governo ha concesso alla Regione per il pagamento dei debiti della sanità regionale. «Siamo in una situazione a dir poco singolare», aggiunge Zaia «lo Stato ci blocca 1 miliardo e 300 milioni, remunerati all’1% dalla Tesoreria, che sono della Regione e di tutti i veneti con il Patto di Stabilità e poi ci dice che possiamo utilizzare un miliardo e 400 milioni, ma pagandoci sopra gli interessi del 2,5%». «Grazie a certe angherie nazionali», ha aggiunto Zaia «le nostre Ulss ad esempio pagano i fornitori a 429 giorni di media, che sarebbero praticamente azzerabili se potessimo usare il nostro miliardo e 300 mila euro bloccato dal Patto di stabilità. Ora ci prospettano questo miliardo e 400, ma con gli interessi comportandosi come una banca. Vedremo cosa ci costa e, se ci converrà, porteremo a casa tutto il necessario, perché pagare i nostri fornitori è una priorità». «Una soluzione c’è», ha concluso Zaia «ed è lo sblocco del Patto di Stabilità, con il quale non avremmo bisogno di chiedere soldi a nessuno, tanto meno allo Stato e tanto meno pagando degli interessi. Si sblocchi il Patto di stabilità per le Regioni con i conti in ordine come il Veneto e lo si lasci a quelle che continuano a sprecare». Nel frattempo la previsione è che il Veneto accetterà il prestito statale.
Il Mattino di Padova – 22 maggio 2013