Il progetto Arpa, che prevede un accordo con i medici di famiglia veneti per la prescrizione di farmaci a brevetto scaduto, è finito nel mirino di un’inchiesta di Striscia.
Sotto tiro il “premio di produzione” per i camici bianchi che può raggiungere i 13.500 euro. E tra gli addetti è polemica.
30 NOV – Prescrizioni di farmaci pilotate per meritarsi a fine anno un premio di produzione che può raggiungere i 13.500 euro? È il sospetto alimentato dal servizio di Moreno Morello andato in onda lo scorso sabato a Striscia la notizia. In particolare, il servizio faceva riferimento al progetto Arpa: un accordo siglato tra le Asl venete ed i medici di medicina generale per incentivare la prescrizione di farmaci a brevetto scaduto al fine di ottenere risparmi suli bilanci delle stesse Aziende sanitarie. Il risparmio ottenuto in questo modo, a fronte di un esborso per premialità di oltre 13 mila euro per medico, ha fatto sollevare qualche quesito riguardante sia gli effettivi risparmi di bilancio, sia la possibilità che, proprio per arrivare ad guadagnare queste cifre, il medico possa essere in qualche modo influenzato nel prescrivere un certo tipo di farmaco piuttosto che un altro.
Il caso è stato ripreso anche dai quotidiani locali, dove è intervenuto il direttore generale dell’Ulss 20, Maria Giuseppina Bonavina, per tranquillizzare i cittadini. Come spiegato da Bonavina, l’iniziativa di incentivare l’utilizzo dei farmaci a brevetto scaduto “non è locale, un’esclusiva delle tre Ulss della provincia veronese, ma dell’Aifa, l’Agenzia nazionale per il farmaco e del ministero della Salute”. Il direttore generale ha anche voluto sottolineare come i farmaci equivalenti e a brevetto scaduto abbiano lo stesso principio attivo di quello ‘griffato’, la stessa efficacia comprovata, per cui definisce la scelta di prescriverli come “eticamente corretta, tanto più in un momento di crisi”.?
Anche la Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), tramite il segretario provinciale, Lorenzo Adami, ha voluto prendere le distanze dal servizio di Striscia. Adami ha spiegato di essere stato intervistato dal programma che non ha però mandato in onda le sue dichiarazioni. Il segretario provinciale, denunciando il messaggio “falso, fuorviante e pericoloso” fatto trasparire dal servizio televisivo, ha precisato che si riserverà di adire eventuali vie legali nei confronti della trasmissione di Canale 5.
Sempre all’interno del servizio televisivo, è stata resa pubblica anche una corrispondenza privata fra un medico e una società informatica: una lettera dal tono intimidatorio, in cui si rammenta al camice bianco di non prescrivere alcuni determinati farmaci se vuol percepire l’indennità di 13.500 euro. Proprio questa lettera, ha chiarito Adami, è stata inviata da Netmedica, una società di servizio della Fimmg regionale. Netmedica, come spiegato dal segretario provinciale Fimmg, ha il compito di tenere informati sui brevetti in scadenza, e non ha in alcun modo potere di influenzare le prescrizioni.
Ma, anche all’interno dello stesso mondo medico, non sono mancate critiche a questo accordo tra Asl veronesi e medici di famiglia. “Quell’accordo è una porcheria”, ha tuonato il presidente del Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (Snami), Angelo Testa.
“La filosofia del nostro sindacato – ha puntualizzato Testa – è la corretta prescrizione delle terapie nell’esclusivo interesse del malato, nel pieno rispetto delle normative vigenti in termini di appropriatezza prescrittiva”. Per lo Snami il medico “non deve entrare nel vortice di una sorta di comparaggio di stato: se tu prescrivi questo e non quell’altro io Asl ti do dei soldi. Sarebbe paradossale accettare le pressioni dalla Azienda Sanitaria Locale”. “Il servizio di Striscia la Notizia mette in evidenza che un altro sindacato – ha concluso il leader dello Snami – abbia sposato in pieno questo percorso e scritto ai propri soci invitandoli a non perdere quella che, testualmente, definisce un’occasione”.
Quotidianosanita.it – 30 novembre 2011