Archiviata la crescita occupazionale straordinaria del 2015, il 2016 è stato un anno di sostanziale stabilizzazione dei livelli raggiunti. Ora il primo trimestre dell’anno si apre numeri in crescita: più 46.200 posizioni lavorative, miglior risultato del primo trimestre a partire dal 2009. Veneto Lavoro ha pubblicato ieri i dati dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, che segnano il boom del lavoro intermittente (+65%). Tra gennaio e marzo le assunzioni “intermittenti” sono passate in un anno da 6.000 a 9.900. Una tendenza che, in base ai primi dati disponibili, sembra rafforzarsi anche nel secondo trimestre dopo la soppressione dei voucher. Complessivamente i posti guadagnati in regione a partire dal 2015 salgono a circa 120.000, consentendo di recuperare, anche se non ancora completamente, le perdite subite della crisi del 2008. ll saldo positivo del lavoro dipendente è determinato dall’elevato flusso delle assunzioni, pari a 190.000 (+13% in più rispetto all’analogo periodo del 2016). A fare da traino sono i contratti a tempo determinato (+15%), ma aumentano anche il lavoro somministrato (+14%) e soprattutto l’apprendistato (+26%). Il tempo indeterminato mostra invece una sostanziale tenuta dei livelli raggiunti nell’ultimo anno, nonostante un saldo trimestrale negativo per 2.600 posizioni. La crescita è dovuta prevalentemente dalla componente maschile (+29.000), con buona performance degli stranieri (16.100), che ha interessato diffusamente tutti i comparti produttivi (agricoltura +11.700, manifatturiero +14.200, costruzioni +2.200, servizi +18.200). Se un buon segnale viene dai comparti del legno-mobile, industrie alimentari ed anche dalle costruzioni, non altrettanto si può dire del credito che, unico, fa registrare un saldo negativo (-100 unità). Territorialmente il bilancio occupazionale è negativo ed in peggioramento rispetto al 1° trimestre del 2016 nella provincia di Belluno (-1.300, dove influisce la meteorologia invernale); positivo a Treviso (+7.600), Padova (+6.800) e, soprattutto, Venezia (+9.700). Il positivo andamento del mercato del lavoro veneto è favorito dal contesto economico in lento, ma graduale miglioramento. La previsione per il 2017 è di un Pil regionale al +1,2%, sotto la spinta dell’export (+3,9%) e della ripresa degli investimenti fissi lordi (+2,9%). Segnali positivi arrivano in particolare dalla produzione manifatturiera industriale (+4%), dalle immatricolazioni auto (+5,4%) e dal ridimensionamento delle crisi aziendali, con la diminuzione delle procedure di fallimento (-24,3%) e del ricorso alla Cig. Al 31 marzo 2017 i disoccupati accertati amministrativamente sono scesi a 512.000 (il 27% dei quali stranieri), 18.000 in meno rispetto a dicembre 2016. (Nicola Brillo)
LA NUOVA VENEZIA – Venerdì, 02 giugno 2017