Non si arresta la battaglia dei medici veneti. I sindacati della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria annunciano un nuovo sciopero di 48 ore consecutive, l’8 e il 9 febbraio 2018. I camici bianchi denunciano una sanità pubblica in emergenza, lasciata in una recessione perenne, esclusa dalla ripresa economica. La prima giornata di protesta, organizzata lo scorso 12 dicembre in tutte le strutture ospedaliere del territorio, ha registrato un’ampia adesione fino all’80 per cento. Sono stati coinvolti circa 10.500 professionisti in Veneto tra medici, dirigenti sanitari e veterinari.
La manifestazione, condivisa a livello nazionale, non ha però sortito gli effetti desiderati. «La politica non ci ha dato risposte adeguate: né il Governo, né la Regione», spiega il dottor Adriano Benazzato, segretario regionale di Anaao Veneto, «Rilanciamo dunque con due giorni di sciopero a febbraio».
Ma non è finita qui. Già dai primi di gennaio la categoria porterà avanti la mobilitazione tagliando sugli straordinari in corsia. I camici bianchi veneti sono chiamati a garantire solo le 38 ore settimanali richieste per contratto. «Chiediamo ai nostri associati di mettersi a 38 ore secche e non lavorare neanche un’ora in più», aggiunge Benazzato, «Si parla di extra non conteggiati in busta paga. Un provvedimento del genere farà collassare i rispettivi sistemi sanitari regionali. Abbiamo già predisposto un modulo specifico per aderire all’iniziativa. La dichiarazione viene sottoscritta su base volontaria da ogni medico, e poi viene inviata alla direzione di competenza. In sostanza il professionista lavorerà solo 38 ore stipendiate».
Le sigle sindacali chiedono risposte concrete al ministro della Salute. «Questo silenzio fa pensare che il Governo voglia una sanità pubblica in crisi», specifica Benazzato, «Non può essere solo cialtroneria, siamo convinti che esista un disegno politico preciso: lo scopo è asfissiare e distruggere il servizio sanitario nazionale. L’attacco è diretto a Roma, ma anche alle Regioni. Quando fa comodo, la Regione Veneto si nasconde dietro al Governo per non prendersi le sue responsabilità». I motivi dell’astensione sono il definanziamento della sanità pubblica, lo stallo nel rinnovo del Contratto nazionale di lavoro (dopo 8 anni di blocco) e l’esclusione di migliaia di giovani medici dalle Scuole di specialità. A livello regionale, l’Anaao denuncia pesanti condizioni di disagio lavorativo: carenza di personale, carichi di lavoro insostenibili e scarse tutele contrattuali. (e.f.)
IL MATTINO DI PADOVA – Sabato, 16 dicembre 2017