Una presenza impalpabile sul territorio, una lotta implacabile dentro il partito. In Veneto la campagna elettorale leghista non decolla e molti dirigenti malcelano rassegnazione.
«L’impegno è molto modesto, a muoversi sono soltanto i candidati vincenti e quelli in bilico, gli altri se ne stanno a casa. I militanti sono delusi, mezza Lega, quella bossiana, è stata esclusa dalle liste, la polemica interna è durissima». Parole di un esponente di primo piano che invoca l’anonimato (una circolare del segretario Flavio Tosi ordina il silenzio sui fatti interni, pena sanzioni) e rincara: «Qui arrivano tutti i leader tranne Maroni, non c’è stata neanche la presentazione della squadra di candidati, qualche appuntamento con Tosi e lo spot sulle tv locali, tutto qua. Anche Luca Zaia si è defilato, la sensazione è che molti facciano un passo indietro perché intravedono il tonfo e non vogliono essere coinvolti nella resa dei conti che seguirà». Silenzioso il sindaco di Verona, altri rumors lamentano la scarsità di fondi erogati da via Bellerio – «Hanno concentrato le risorse in Lombardia, vabbé che là ci giochiamo la presidenza regionale ma il Veneto rappresenta una roccaforte, non possiamo arrenderci senza combattere» – e riprende quota la voce di un disegno tosiano-maroniano per rimodellare la Lega sull’esempio veronese, una coalizione civica e moderata dove il Carroccio, rinnovato nei volti e nei programmi, diventa partner di soggetti estranei alla tradizione “padana” e si lascia definitivamente alle spalle l’ingombrante eredità del Senatur. Scontro acceso, si diceva. Rinfocolato dal consigliere regionale Santino Bozza. Dopo aver segnalato alla Finanza presunte irregolarità nella gestione dei fondi del suo gruppo, il “lealista bossiano” si scaglia nuovamente contro l’acerrimo nemico: «Ho dato mandato al mio legale di sporgere querela nei confronti di Flavio Tosi. Dice che la battaglia che sto conducendo nella Lega è legata alla mancata candidatura di Paola Goisis, che lui definisce “la mia compagna”. Faccio presente che io sono sposato da 43 anni e che le mie iniziative sono esclusivamente politiche. La sua battutaccia, oltre che essere irrispettosa nei confronti miei, di mia moglie e di Paola Goisis, ha il chiaro intento di far passare la mia battaglia come una questione personale quando invece tutti in Lega sanno benissimo che non è cosi». Conclusione: «Ho contestato e contesto la composizione delle liste e al tempo stesso chiedo che dentro la Lega in Veneto venga fatta totale ed assoluta chiarezza sul tema dell’uso dei soldi pubblici e di quelli del partito». No comment sul fronte avverso, la linea è quella di evitare polemiche plateali, salvo regolare i conti dopo le elezioni. Scontata al richiesta di espulsione per Bozza e altri ribelli, nel frattempo al “grande accusatore” di Monselice sarà contestato il mancato versamento del contributo al gruppo, che a conclusione del mandato potrebbe sfiorare i 100 mila euro: «In vent’anni ho speso molto di più per la Lega, io ho la coscienza tranquilla e non darò un soldo a Tosi e ai suoi amici», la sua replica indispettita
Il Mattino di Padova – 14 febbraio 2013