“Hanno risposto tutti i rappresentanti delle forze politiche in Consiglio regionale segno evidente che l’agricoltura non ha colore e che il futuro del settore sta a cuore a tutti i partiti”. Interpretano cosi le quattro Associazioni di categoria agricola la presenza dei capi gruppi consiliari all’incontro organizzato oggi a Marcon in provincia di Venezia nell’agriturismo “Ormesani”.
“E’ la dimostrazione dell’ interesse trasversale che fa bene al primario proprio in questo momento in cui si stanno discutendo le priorità e i contenuti del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 – hanno detto all’unisono i presidenti Flavio Furlani per la Cia, Giorgio Piazza per Coldiretti, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi di Confagricoltura e Renzo Aldegheri di Copagri – contro il peso burocratico a carico di un neo imprenditore che va da 1 fino ad un massimo di 25 kg, schieriamo una proposta di 33 misure (al posto di 132) e la metà dei fogli del precedente piano, il tutto con la stessa dotazione finanziaria un miliardo e quasi 200 milioni di euro”.
A corredo di quanto affermato anche alcuni casi concreti e un faldone di 15 cm di altezza presentato da un giovane agricoltore che ha ampliato un piccolo capannone agricolo. Contraddizioni di un sistema a cui i sindacati agricoli dicono no, invocando un salto culturale. “Chiediamo un utilizzo molto selettivo delle risorse disponibili che deve escludere forme di finanziamento surrettizio agli enti strumentali che gravitano intorno al comparto – spiegano i leader – la destinazione dei fondi deve avere negli imprenditori agricoli la sua priorità”. Sono 70 mila le imprese interessate che potranno investire per migliorare le performance economiche, la sostenibilità ambientale e il ricambio generazionale nel settore.
“Abbiamo posto al centro del documento la capacità reddituale delle imprese – hanno precisato – concentrando le risorse sui settori che necessitano di maggiore attenzione in termini di ristrutturazione. Insomma si tratta di fare politica agraria con il sostegno comunitario. Le associazioni, in sostanza, chiedono di indirizzare almeno la metà del totale, ovvero 560 milioni di euro, agli investimenti finalizzati a valorizzare le prestazioni delle aziende agricole e di quelle agroalimentari.
Durante l’illustrazione è emerso un nuovo approccio verso il credito agrario sfruttando una diversa concezione del contributo che considera sempre di più la leva finanziaria e creditizia, la questione ambientale per la quale mettere in campo azioni in grado di compensare i maggiori costi di produzione per chi opera in territorio svantaggiato come ad esempio la montagna. Idem per il risparmio idrico e il sequestro del carbonio nei terreni. Per la progettualità Leader (affidata ai Gruppi di Azione Locale – Gal), c’è l’ipotesi di riservare il 5 per cento e di integrare la disponibilità con altri finanziamenti Ue, visto che tra i beneficiari ci sono anche altri soggetti dell’impresa e le amministrazioni pubbliche.
“Abbiamo affidato questa piattaforma nelle mani dell’Assessore Manzato durante la seduta del Tavolo Verde, ora la consegniamo anche ai consiglieri – hanno concluso – affinchè diventi, in termini di esperienza condivisa, impostazione e risultati, il vanto della nostra regione in Italia”.
8 maggio 2013