Una passeggiata a Fimon… tra le cavallette. È quello lo spettacolo per nulla tranquillizzante che i vicentini che ieri hanno cercato un po’ di refrigerio fuori porta hanno trovato un’invasione di cavallette. L’allarme era stato lanciato qualche giorno fa dalla Provincia che aveva cercato di correre ai ripari.
Nelle ultime settimane, infatti, hanno letteralmente invaso campi ed orti, in particolare nel Basso Vicentino, divorando tutto ciò che è verde, dalle orticole alla vite. Nel Vicentino ne esistono di due sole specie: la “Barbitistes Vicentinus”, autoctona e piccola, che vive soprattutto sui Colli Berici ed il “Calliptamus Italicus”, diffusa ovunque. La prima è una specie che predilige salire sugli alberi, mentre la seconda è molto vorace, vive in gruppo e nel passaggio all’età adulta mangia tutto ciò che trova a terra. Ed è proprio questa seconda specie che è la più temuta in questo momento e nel territorio berico. La zona più colpita è la Val Liona, ma i problemi si registrano anche nella zona pede-collinare della Riviera Berica fino ad Albettone e persino ad Altavilla Vicentina.
Coldiretti lancia una proposta: «A questo punto dell’anno, considerando che la schiusa delle uova avviene ad aprile ed il periodo in cui fanno più danni alle colture è tra agosto e settembre», spiega il presidente di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, «non si può fare granché, specie se consideriamo che non esistono sostanze difensive registrate».
L’organizzazione maggiormente rappresentativa del mondo agricolo, però, lancia un appello ai sindaci: «Con la collaborazione delle amministrazioni del territorio si può studiare un’adeguata azione preventiva, da compiere tra inverno ed autunno, per prevenire questo fenomeno che interessa il territorio già da qualche anno. Un’azione analoga a quella da molti anni condotta per le zanzare». Impreparato, di fronte all’invasione, pure l’Istituto di genetica e sperimentazione Agraria Strampelli di Lonigo: «Questa invasione è del tutto inaspettata, soprattutto considerando la primavera, che avrebbe dovuto ridurre la proliferazione degli insetti».
La Provincia di Vicenza sta adottando misure tampone, ma ha attivato l’Università di Padova per una strategia per il prossimo anno: «Al di la dell’uso di prodotti con la deltametrina», spiega il Capo di Gabinetto, Dino Secco, «non vi sono soluzioni. La prevenzione è l’unica strada percorribile, perciò abbiamo contattato l’Università di Padova, per approfondire le soluzioni già adottate nei Colli Euganei».
Il Gazzettino – 30 luglio 2013