Non è solo colpa del freddo se i medici di famiglia e dei Pronto soccorso nell’ultimo mese e mezzo stanno registrando un’impennata di asma, bronchiti, tossi e problemi polmonari. La verità è che stiamo respirando aria «pessima» a Padova, Rovigo, Venezia e Vicenza, «scadente» a Verona e a Treviso e «buona» solo a Belluno.
I dati Arpav sono inequivocabili: i livelli delle polveri sottili,cioè Pm10 e Pm 2,5 (ancora più piccole e quindi pericolose per i bronchi) sono alle stelle, con concentrazioni doppie rispetto alla soglia limite dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria imposta dalla Ue. Record negativo a Padova, con 122, seguita da Vicenza con 112 e da Rovigo e Venezia con 111. Si salva, come sempre, Belluno (41), l’unica provincia sotto il limite indicato. La situazione, causata anche dalla siccità che imperversa da fine ottobre ed è anomala per il periodo, fa scattare l’allarme rosso: secondo i meteorologi il 2015 si chiuderà con oltre 70 giorni di sforamento degli indici sopportabili di polveri sottili, il doppio rispetto ai 35 giorni concessi dall’Unione Europea.
Uno stato di cose che ha spinto il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, a scrivere al governatore Luca Zaia per sollecitare un tavolo sull’inquinamento e relative misure idonee a contrastarlo, e alcuni sindaci a riprendere in mano, pur sotto Natale, i provvedimenti di massima (i blocchi del traffico) o a vararne di straordinari. Achille Variati, primo cittadino di Vicenza e presidente della Provincia, ha scritto ai Comuni berici per invitarli ad adottarne con urgenza. «Come sindaci abbiamo la responsabilità e il dovere morale di tutelare la salute dei cittadini — scrive Variati — ma dobbiamo farlo con azioni comuni se vogliamo che il territorio ne abbia beneficio. E soprattutto è fondamentale la collaborazione dei cittadini, ai quali chiediamo di interpretare le nostre ordinanze non come imposizioni, ma come opportunità per contribuire al risanamento dell’aria». Insieme alla lettera è stato spedito ai sindaci vicentini il fac-simile dell’ordinanza contenente le azioni anti-smog da adottare, come il mantenimento del blocco dei veicoli no kat anche nel periodo delle feste e lo spegnimento delle stufe, soprattutto le più vecchie, nelle case dotate di altri sistemi di riscaldamento. Niente sospensione natalizia al blocco dei no kat pure a Verona, che lo estende a moto e auto Euro 1 benzina. In più la giunta di Flavio Tosi ha deliberato il trasporto gratis su tutti i bus per domani e domenica e per i prossimi 26 e 27 dicembre. Ancora in stand by invece il blocco del traffico ipotizzato per il 27 del mese a Mestre.
Nel frattempo arrivano le nuove mappe satellitari della Nasa, che fotografano la Pianura Padana come una delle zone più inquinate del mondo. «Lo smog nella zona indicata oltre all’elevata industrializzazione è dovuto alle condizioni meteorologiche — spiega Bryan Duncan, scienziato della Nasa a capo della ricerca — in questo periodo l’anticiclone non consente il ricambio d’aria tra Alpi e Appennino. I livelli di PM10, soprattutto nelle città della Pianura Padana, si sono impennati eccezionalmente. L’evento è determinato proprio dall’alta pressione, che incrementa il ristagno dell’aria per la totale assenza di vento e quindi favorisce l’accumulo delle polveri sottili al suolo».
«Le città del Veneto sono pigre, ingessate, statiche — denuncia «Ecosistema urbano», il XXII Rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale, realizzato con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e Sole 24Ore — i passi avanti compiuti finora sono troppo pochi. Se da una parte si registrano miglioramenti sul fronte delle energie rinnovabili, dall’altra manca il coraggio di puntare sulla mobilità nuova e sugli eco-quartieri per uscire dalla morsa di traffico e smog». «Nel comparto aria, il tallone d’Achille di questa regione, c’è una totale stabilità dei tassi di motorizzazione e del trasporto pubblico e anche delle superfici dedicate a piste ciclabili e aree pedonali — incalza Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto —. Circola sempre lo stesso numero di auto e i mezzi pubblici non decollano, le isole pedonali diminuiscono o stentano a partire e spariscono metri di ciclabili. Solo Treviso riesce a mantenere sotto il 50% la percentuale di spostamenti privati. E’ un brutto segnale di pigrizia e lassismo amministrativo».
Il Corriere del Veneto – 18 dicembre 2015