L’articolo che potete leggere qui accanto non è sicuramente il primo che incontrate nella vostra vita di lettori sugli aumenti fiscali e tariffari. Perché tutti i governi che si sono succeduti in questi dieci anni hanno introdotto maggiorazioni fiscali e concesso alle società pubbliche e private di aumentare le tariffe un po’ ovunque a dispetto (o a causa) delle privatizzazioni.
A fronte di un incremento del costo della vita pari al 24%, il prezzo dell’elettricità è cresciuto del 38%, il gas (al netto dell’ultimo ritocco del +1,7%) è aumentato del 57% e i biglietti dei treni sono saliti del 50% per le tratte coperte solitamente dai pendolari. Negli ultimi dieci anni c’è inoltre stato un aumento delle bollette dell’acqua del 70%, anche se in Veneto i prezzi di partenza erano così bassi che in pochi se ne sono accorti. Dal 2003 a oggi è aumentato anche il costo della raccolta rifiuti (+55%), i pedaggi autostradali (+45%) e i servizi postali (29%). Il Veneto ha scontato in questi anni l’aumento smisurato del prezzo delle materie prime, in particolar modo del gas e del petrolio che hanno avuto aumenti superiori ai mille euro per le imprese e gli esercizi commerciali. A gonfiare le bollette poi si sono messi anche i cosiddetti oneri impropri e i pessimi risultati delle liberalizzazioni che non hanno quasi mai comportato un miglioramento dei servizi.
Non è un caso infatti se al momento, in Veneto, le voci di spesa più bassa sono la tassa sui rifiuti e la bolletta dell’acqua, entrambe in mano ai sindaci che devono rendere conto direttamente ai loro elettori. Con la Tares però i primi cittadini avranno una riduzione dell’influenza sulla tassa dei rifiuti e, a breve è pssobile aspettarsi anche un aumento del prezzo dell’acqua potabile visto che l’autority nazionale ha chiesto alle municipalizzate di fornire dei prospetti di consumo per ricalcolare i prezzi. Solo le bollette del telefono sono leggermente diminuite: un modesto -8% (le tariffe sarebbero scese del 16% ma l’aumento dell’inflazione ha rallentato il calo dei prezzi) su quelli che erano i costi di gestione più alti d’Europa.
Corriere del Veneto – 3 gennaio 2013