I medici possono stare tranquilli: se lavoreranno più del dovuto, saranno pagati. Ma soprattutto i pazienti possono rasserenarsi: la sanità veneta non si trasformerà in una catena di montaggio con tempi prestabiliti per le visite, ogni prestazione avrà il tempo che merita. Lo assicura Massimo Annicchiarico, direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione del Veneto: «Per “overbooking strutturato” non abbiamo mai inteso limitare i tempi delle prestazioni ambulatoriali, i medici si prenderanno tutto il tempo che riterranno, non capisco come possa esserci stato un simile fraintendimento». Però c’è un dato su cui Annicchiarico vuole fare chiarezza: posto che il Veneto è stata «una delle migliori Regioni» a smaltire le prestazioni accumulate in epoca Covid, c’è da capire come mai le richieste adesso sono triplicate: «Il confronto tra le prescrizioni mediche del primo trimestre 2019 e le prescrizioni del primo trimestre 2023 sono aumentate del 30%. Il motivo? Stiamo indagando, c’è da capire perché e dove c’è stato questo fenomeno».
Direttore Annicchiaro, partiamo dall’”overbooking strutturato”: alcune Ulss, su indicazione della Regione, hanno chiesto ai primari di prevedere più visite ambulatoriali nello stesso arco orario.
«Non so chi abbia dato questa interpretazione, ma assolutamente non c’è stata nessuna indicazione in tal senso da parte della Regione, né intendiamo darla. Se qualche Ulss ha dato queste disposizioni, interverremo per correggerle».
Quindi cosa intendete per ”overbooking”?
«Più visite che si aggiungono alla normale programmazione. Sia chiaro: di alcune tipologie di visite, di alcune discipline, in alcuni ambiti e solo per le urgenze brevi, le cosiddette prescrizioni “B” a 10 giorni, e solo sulla base delle valutazioni di ogni azienda».
Queste visite in più sarebbero all’interno dell’orario di lavoro del medico o in extra orario?
«Questa è una flessibilità che è lasciata alle singole aziende, sia in orario che in retribuzione aggiuntiva se quest’ultima è stata concordata. Faccio presente che questa modalità c’è sempre stata, la novità è passarla dal back office al front office».
Cioè?
«Se il Cup sa in anticipo quando è possibile inserire un visita in più, non è necessario ricorrere al cosiddetto “galleggiamento” e richiamare poi il paziente, ma la data può essere offerta subito. Si tenga conto che mediamente le urgenze vengono svolte all’interno degli ospedali dai medici dipendenti, in contesti in cui il medico finito di fare l’ambulatorio si mette a fare altre attività, come la “guardia” o la chiusura delle cartelle: in questi contesti si può aggiungere una visita».
Se si prolunga l’orario di lavoro, il medico è pagato in più o no?
«Overbooking vuol dire aggiungere una visita dopo che hai fatto tutte le visite normalmente. Le modalità di recupero o retribuzione dell’orario le valuterà la singola azienda».
Può essere che alcune aziende, nel dire che l’overbooking consiste nell’aggiungere visite nello stesso arco orario, siano state più realiste del re?
«Diciamo che forse sono state inappropriate nella modalità di scrivere quelle cose, la Regione non si sarebbe mai sognata di dire: “accorciate il tempo delle visite”. È stato male interpretato il messaggio».
Veniamo ai privati: le strutture accreditate si sono offerte di smaltire le liste d’attesa ma vogliono essere pagate perché le tariffe sono ferme al 2004. C’è questa possibilità?
«L’unica novità che c’è non riguarda i budget ma il decreto Milleproroghe che dà facoltà alle Regioni di utilizzare una quota percentuale del budget normalmente assegnato alle strutture private per la gestione delle liste d’attesa. Il Veneto, come abbiamo già comunicato ai dg delle Ulss, si avvarrà di questa facoltà: per noi sono 30 milioni di euro. Non sono soldi in più, fanno sempre parte del Fondo sanitario. Quei soldi li useremo in due tranche. Al termine della prima tranche, che sarà erogata alle aziende nel giro di poche settimane, faremo una verifica dei risultati ottenuti prima di erogare la seconda tranche».
Sta circolando il modulo per avvalersi del decreto legislativo 124 del 1998 e cioè: ho una prescrizione entro tot giorni e l’Ulss non me la eroga? Vado dal privato e l’Ulss mi rimborsa il costo. Temete che in conti “sballino” se il fenomeno si diffonderà?
«Non mi esprimo su questo. È una normativa che esiste da 25 anni, so però che le richieste sono molte poche».
Oltre all’overbooking, come pensate di smaltire le liste d’attesa? In giacenza ci sono quasi 233mila visite.
«Abbiamo almeno cinque capisaldi: 1) l’appropriatezza prescrittiva (prima si va dallo specialista, poi si fanno gli esami); 2) la presa in carico (cioè è il medico specialista che prenota anche le successive visite senza più mandare il paziente dal medico di medicina generale, una indicazione che peraltro esiste dal 2011 ma che va fatta); 3) l’aumento dell’offerta (i 30 milioni per il privato e l’overbooking); 4) la capacità del front office di essere più smart (un esempio, cercare di “concentrare” visita cardiologica ed elettrocardiogramma); 5) la remunerazione oraria aggiuntiva nel pubblico, come fatto nel 2022 per il recupero delle liste d’attesa, 100 euro lordi all’ora per i medici e 50 per gli infermieri, sono fondi che le aziende hanno e che noi autorizzeremo. Anche in quest’ultimo caso non sono fondi un più, ma fanno parte del fondo sanitario. Quanto sarà stanziato? Dipende dal tasso di adesione, che solitamente non è particolarmente alto».
Il Gazzettino