Sette Comuni al voto, sfida decisiva a Treviso. I veneti tornano al voto in sette città, sparse tra le province di Treviso, Venezia, Verona e Padova, per chiudere definitivamente con il verdetto sui ballottaggi questa tornata amministrativa di fine primavera.
Si potrà votare oggi, dalle 8 alle 22, e domani, dalle 7 alle 15. Ad urne chiuse inizieranno gli scrutini e già nella serata di domani (caos ai seggi permettendo) si dovrebbero conoscere i nomi degli ultimi sindaci che ancora mancano all’appello in Veneto.
La sfida principale è senza dubbio quella di scena a Treviso, unico capoluogo al voto con Vicenza, dove però la sfida tra l’uscente Achille Variati e Manuela Dal Lago s’è chiusa già al primo round con la vittoria del primo, favorito della vigilia. Giancarlo Gentilini, lo Sceriffo leghista che dal 1994 governa ininterrottamente la città, ora nelle vesti del sindaco, ora in quelle del vice, deve recuperare un consistente svantaggio di 7,8 punti alle spalle dell’alfiere del centrosinistra, Giovanni Manildo (34,8% contro 42,6%). Nessun apparentamento è stato siglato per il ballottaggio: il terzo incomodo, il patron del caffè Segafredo Massimo Zanetti, dopo un lungo corteggiamento da parte del Carroccio ha rifiutato l’appoggio a «Genty», lasciando dunque libero il suo 10,6% di votare secondo preferenza. L’unica indicazione chiara, per quanto informale, è stata quella della candidata indipendentista Alessia Bellon (2,1%) a favore di Gentilini, mentre né Alessandro Gnocchi del Movimento 5 stelle (6,9%) né l’ex assessore Pdl Beppe Mauro (3%) hanno voluto schierarsi in modo aperto con i due contendenti, sebbene entrambi propendano per l’avvocato del Pd. Occhi puntati sul capoluogo della Marca anche per capire che accadrà nella Lega Nord, dove un’eventuale sconfitta di Gentilini potrebbe finire per trascinare sul banco degli imputati l’intera nomenclatura uscita vincitrice al congresso dell’estate scorsa, già da tempo nel mirino dei militanti e dei colonnelli lealisti (o «gandhiani» per dirla con le parole del governatore Luca Zaia) in una faida che non ha avuto tregua neppure in campagna elettorale.
L’altro Comune sotto i riflettori è San Donà di Piave, il feudo della presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto, dove si ripete uno schema simile a quello di Treviso con il candidato del centrosinistra, Andrea Cereser (Pd), abbondantemente avanti (di 16,5 punti, 47% contro il 30,9%) e l’alfiere del centrodestra, Giansilvio Contarin (Pdl), costretto a rincorrere. Anche in questo caso la medaglia di bronzo, Gianni Corradini, ha preferito rimanere neutrale (poteva contare sul 12,5%) e non è stato chiuso alcun apparentamento tale da modificare lo schema iniziale degli schieramenti. Solo due indicazioni di voto, entrambe a favore di Cereser, da parte di Guido Salvestroni (Movimento 5 stelle, 6%) e Marina Alfier (Sinistra, 1,3%).
Sempre in provincia di Venezia, a Martellago, si assiste all’unico ballottaggio con protagonista un uomo di Beppe Grillo: Antonio Santoliquido. Di fronte a lui, una prova difficilissima, recuperare il gap con la candidata del centrosinistra Monica Barbiero che ha mancato l’elezione al primo turno per meno di 200 voti, arrivando al 48,3%. Santoliquido parte invece dal 17,5%. Difficile ma non impossibile e nel Movimento 5 stelle lo sanno bene visto che a Mira, l’anno scorso, si trovarono nella stessa identica situazione. Il loro candidato, Alvise Maniero, arrancava al 17% dietro allo stra-favorito Michele Carpinetti del Pd, che veleggiava al 43%. Anche allora, come oggi, il centrodestra era balcanizzato ed i suoi voti in libera uscita: a Mira andarono in massa a Maniero, decretandone la vittoria a sorpresa al secondo turno, si vedrà come andrà a finire a Martellago.
Nel Padovano resta in bilico soltanto Piove di Sacco, dove l’avvocato «bersaniano» Davide Giannella (appoggiato nei giorni scorsi anche dal ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato) è avanti con il 37,1% e proverà a tenere a distanza Andrea Recaldin, leghista in corsa solitaria dopo la rottura con il Pdl seguita alla caduta dell’uscente Alessandro Marcolin, di cui Recaldin era il vice (il Comune è arrivato al voto commissariato). Anche in questo caso, come nei tre precedenti, in vista del ritorno alle urne non è stato chiuso alcun apparentamento.
E veniamo al Veronese, sotto la lente per via dell’esordio della Lista Tosi al di fuori dei confini del capoluogo. AVillafranca il candidato sostenuto dal sindaco di Verona (e segretario nathional della Lega), Giuseppe Pecoraro, è rimasto escluso dal ballottaggio, che si giocherà tra l’uscente Mario Faccioli (38,2%), ex An alla guida della compagine di centrodestra, e Paolo Martari, l’uomo del centrosinistra. In questo caso, dunque, si attende di capire con curiosità che strada prenderanno i voti di Tosi e di Pecoraro, un tutt’altro che trascurabile 26%: continueranno a rimanere nell’alveo del centrodestra, dov’erano fino alla spaccatura pre elettorale, o diventeranno l’arma segreta per la rivincita del centrosinistra? La Lista Tosi è invece approdata al secondo turno a Bussolengo e a Sona, gli ultimi due Comuni al ballottaggio. A Bussolengo si contendono la fascia tricolore Massimo Girelli (centrodestra, 42%) e, assai distaccata, la «civica» Maria Paola Boscaini (16,5%). A Sona, invece, è una «sfida tra Mazzi»: il sindaco uscente Gualtiero (20,8%), centrodestra, e lo sfidante Gianluigi, alla testa di una squadra civica (27,3%). In ballo, dunque, c’è un 52% che potrebbe spostare il pendolo in modo decisivo a favore dell’uno o dell’altro. Mazzi (Gualtiero) è riuscito a chiudere l’unico apparentamento ufficiale di questo secondo turno veneto: avrà in dote il 10% del sesto classificato Flavio Bonometti.
Corriuere del Veneto – 9 giugno 2013