Adesso la strategia è ufficiale e operativa: basta con i pesi morti. Con il via libera della commissione Affari istituzionali il piano di alienazione del patrimonio immobiliare presentato dal vicepresidente del Veneto Marino Zorzato diventa “disponibile” per essere messo immediatamente sul mercato o valorizzato.
Un voto che la commissione – su tutti il Pdl, partito del vicegovernatore, e Pd – ha voluto condizionare alle audizioni dei Comuni «e se questi saranno contrari faremo le barricate» spiega Laura Puppato, capogruppo dei democratici. «La Commissione dovrà monitorare le alienazioni e fare da collegamento fra le istanze dei sindaci e la Giunta» assicurano i pidiellini Bond e Cortelazzo. Del resto, sulle alienazioni la Regione conta di reperire già quest’anno 78 milioni di euro ( su un piano di partenza di 91) che, diversamente, dovranno essere trovati in assestamento. Il tempo, come ha avuto modo di sottolineare Zorzato in commissione, stringe: il via libera di ieri era quindi necessario per mettere in moto la macchina. «Non fatemi perdere tempo, sono già, non fuori tempo massimo, ma quasi. Non è un problema se un Comune, anche fra due mesi, ci pone una questione: la prima cosa che dobbiamo fare è parlare con loro, lo abbiamo già fatto con Montorso, risolvendo il problema, non siamo qua a fare i dispetti». Anche se, come ha spiegato Zorzato all’aula, non è previsto che la Regione valorizzi gli immobili per “regalarli” agli enti locali del territorio. «A questo punto i tecnici faranno le stime di mercato, mentre è già al lavoro una commissione di screening per capire cosa vendere e cosa valorizzare e spero, entro un mese, di riuscire a tornare in commissione con una proposta informativa – spiega il vicepresidente – del resto oltre metà del patrimonio non ha più alcun senso per noi. Senza contare che abbiamo comodati gratuiti che non sono nemmeno mai stati formalizzati». Alcune proprietà – terreni e appartamenti – andranno velocemente all’asta, mentre quelle destinate alla valorizzazione dovranno affrontare un percorso più lungo, per permettere modifiche urbanistiche, questo sì d’intesa con i Comuni, per rendere gli immobili più appetibili: «Ad esempio l’edificio ex Inps di Battaglia Terme – spiega ancora Zorzato – è invenduto da 10 anni a causa del vincolo di destinazione a centro termale. Sono sicuro che levando il vincolo lo metteremo nella condizione di avere mercato». Discorso diverso per la Corte Benedettina di Legnaro che potrebbe essere messa in vendita o valorizzata per ospitare l’Arpav, risparmiando così almeno 300 mila euro di affitti annui dovuti alla frammentazione della sede dell’Agenzia. Insomma, l’obiettivo, una volta finito lo screening, è che non ci siano più immobili inutilizzati o concessi gratuitamente. Compresi i locali in cui è ospitata l’Università di Vicenza: «Se lo Stato paga per l’Università, troverà i soldi anche per quello» garantisce il vicepresidente del Veneto. Le risorse realizzate saranno destinate unicamente al finanziamento degli interventi sul patrimonio immobiliare regionale e alla costituzione di un fondo finalizzato al finanziamento di settori strategici, dal trasporto pubblico locale, a sociale e lavoro. I beni immobili inseriti nel piano di alienazione sono: nel Bellunese, il Club House Golf e l’hotel S. Marco di Tambre, il Rifugio Sant’Osvaldo a Farra D’Alpago; nel Padovano il complesso termale di Battaglia Terme, il complesso ex Corte Benedettina di Legnaro; nel Trevigiano l’ex stabilimento bachicoltura di Vittorio Veneto e Casa Val di Vacca a Fregona; nel Veneziano Palazzo Manfrin e lo stabile La Vida, attuale sede dell’Ocrad e il Centro di formazione professionale concesso in concordato al Comune di Portogruaro; nel Veronese il fabbricato Cher di Malcesine; nel Vicentino il complesso immobiliare ex stabilimento per la produzione di latte in polvere di Setterà. Ancora, tra le ville venete Nani Loredan di Sant’Urbano, Pepoli a Trecenta, Da Porto – Barbaran a Montorso Vicentino, Capra Barbaran a Camisano Vicentino e Dal Verme ad Agugliaro.
Il Mattino di Padova – 29 MARZO 2012