Migliaia di euro per opporsi a un appalto. «Così si rinuncia alla giustizia». Sei un extracomunitario e vuoi opporti a un decreto di espulsione? Sono 300 euro. Solo di bolli, avvocato escluso. E già questo potrebbe bastare per farti cambiare idea.
Ma se hai dato vita a un comitato o anche da solo vuoi combattere contro la strada «XY» che ti passa a pochi metri da casa, preparati al salasso: il contributo unico per i ricorsi sugli appalti, dopo la legge di stabilità 2011, è raddoppiato da 2 mila a 4 mila euro. E gli effetti si vedono. «L’aver gravato di pesanti balzelli il diritto di accesso agli organi giudiziari, se ha diminuito il contenzioso, non costituisce tuttavia una ragione di vanto – ha detto il nuovo presidente del Tar del Veneto Bruno Amoroso – ciò non vale a compensare la rinuncia alla giustizia che viene imposta a larghi strati di cittadini meno abbienti. E oltre all’incidenza dei costi di giustizia, c’è anche la crisi generale del Paese».
D’altra parte basta guardare i numeri: se nel 2008 erano stati presentati 2707 ricorsi al tribunale amministrativo regionale di Venezia, lo scorso anno sono scesi a 2258, quasi mezzo migliaio in meno, con un calo del 17 per cento. Nel 2005 avevano addirittura sfiorato quota 3 mila. «Serve una riflessione sull’aumento dei costi per i ricorsi – sottolinea anche il presidente del Consiglio di Stato Giancarlo Coraggio, assente dell’ultima ora, ma presente con un messaggio letto dal consigliere Marco Lipari – è possibile che questo sia di impedimento alla tutela dei cittadini». Amoroso, rientrato nelle scorse settimane a Venezia dove era stato già presidente tra il 2004 e il 2008, ha inaugurato l’anno giudiziario 2012 alla Scuola Grande di San Rocco, circondato dai meravigliosi teleri di Tintoretto. E ha sottolineato come nel corso dell’anno appena passato i ricorsi pendenti siano passati da oltre 14 mila a 11.106, grazie a 5.456 decisioni, seppur in calo di un migliaio rispetto al 2010. «Il problema è però che l’arretrato è stato eroso solo con la “perenzione” dei ricorsi vecchi che ormai non interessavano più – ha sottolineato l’avvocato Franco Zambelli, presidente dell’associazione veneta degli avvocati amministrativisti – in realtà è anche questa una sconfitta del cittadino».
La cerimonia è stata insomma un’occasione anche di confronto tra le varie parti del processo amministrativo. E il presidente non si è tirato indietro, lanciando l’idea di una sorta di maxi-condono per i vecchi ricorsi: «A questo punto si stabilisca per legge che i ricorsi che hanno più di dieci anni siano estinti, a meno che le parti non facciano una specifica richiesta». Anche perché al Tar, come in tutte le sedi giudiziarie, il problema della carenza di giudici e cancellieri è forte. Recentemente, oltre ad Amoroso, sono arrivati cinque nuovi magistrati, ma per sostituire altri colleghi che se ne erano andati, a partire dall’ex presidente Vincenzo Antonio Borea. Il nuovo presidente però ha lanciato un appello al governo: «Sarebbe auspicabile in futuro la costituzione di una quarta sezione in Veneto, considerata la vastità del territorio e la sua straordinaria incidenza sull’economia nazionale ». Insomma, nonostante il calo dei ricorsi, c’è bisogno di più giudici, anche se le velleità degli avvocati veronesi di poter avere una nuova sede —come accade in Lombardia (Milano e Brescia), nel Lazio (Roma e Latina) e in altre sette regioni — vengono subito smorzate. «Sezioni staccate, che sono peraltro reclamate particolarmente nell’area del Veronese non sono consentite dalla politica di risparmio», continua Amoroso. Anche su questo punto arriva l’appoggio di Coraggio. «Serve un ulteriore rafforzamento degli organi di giustizia amministrativa, in particolare in Veneto, anche se nessuno ignora i vincoli di bilancio», ha scritto nel suo saluto. Il presidente del Consiglio di Stato ha anche invitato però i colleghi a impegnarsi per essere ancora più veloci. «I tempi di durata dei processi dovrebbero essere congrui – ha detto – Questo serve a tutti, sia agli imprenditori, che ai cittadini, che alle amministrazioni». Per cercare di ridurre ulteriormente i ricorsi l’Ordine degli avvocati di Venezia e il difensore civico regionale si sono accordati per incentivare la consultazione e prevenire i contenziosi. Ma lo stesso Tar si candida a grande «consulente » per gli enti. «Oggi, nello Stato federale, i Tar potrebbero avere funzione consultiva – ha concluso Amoroso – potremmo verificare alcuni provvedimenti prima della loro emanazione».
Corriere del Veneto – 13 marzo 2012