“La riconferma dei vertici di Veneto Agricoltura ripropone il problema di stipendio, indennità e rimborsi spese per l’amministratore unico dell’ente. Il nostro progetto di legge, con cui avevamo proposto di tagliare almeno i rimborsi spese, comprendendoli nella già cospicua retribuzione, è fermo da più di un anno nei cassetti della prima commissione”.
Così Gennaro Marotta, consigliere regionale di Italia dei Valori, commenta la conferma a termine, per 4 mesi, della carica di amministratore unico di Veneto Agricoltura, cui si lega, per identico periodo, quella di direttore dello stesso ente. “Il progetto di legge del nostro gruppo – afferma – mette almeno una pezza a prebende come quella dell’amministratore. Certi trattamenti categoria “de luxe”, superiori a quelli dei direttori generali della sanità, richiederebbero calma e gesso. Qui invece si è andati in automatico, e fa storcere il naso. Vedere certe cifre, reiterate con assoluta tranquillità, quasi facesse parte di un costume della politica, di questi tempi è uno schiaffo in faccia alla gente che non arriva a fine mese”. “Sull’altra ricca poltrona di Veneto Agricoltura, quella del direttore – afferma ancora l’esponente dell’Idv – bisognerebbe aprire un nuovo fronte. Superata la sorpresa nel vedere che il direttore prende più dell’amministratore unico, 225mila contro 208mila riteniamo che in Consiglio regionale vada fatto un ragionamento serio e sollecito per ridimensionare i compensi a tutti i direttori delle partecipate. Ragioneremo su tutto quello che è possibile contrattare, ma bisogna andare al ribasso. Non è ammissibile che un qualsiasi direttore o alto dirigente di un nostro ente guadagni di più del presidente della Regione. Non pensate che, per ognuno delle decine di posti di cui parlo, uno ugualmente bravo non lo troveremmo a 100mila euro, invece che 200mila?”.
5 luglio 2012