Per i medici sì alla calma no agli allarmismi. Il virus non si trasmette facilmente al di fuori dei rapporti sessuali, consigliata la vaccinazione a soggetti fragili e immunocompromessi
Cresce l’attenzione in seguito all’identificazione a Firenze di 10 persone positive al vaiolo delle scimmie. I primi casi sono emersi a partire dalla seconda settimana di gennaio, e Repubblica riporta che le autorità sanitarie stanno conducendo ricerche preventive per individuare eventuali contagi aggiuntivi.
Sette delle persone coinvolte avevano frequentato una discoteca nell’hinterland di Firenze, provenienti da diverse province della regione. Dal punto di vista clinico, al momento nessuno di loro desta preoccupazione. La Regione ha prontamente segnalato al ministero della Salute, seguendo le procedure standard per malattie di questo tipo, avviando una mappa dei contagi in corso.
L’Istituto superiore di sanità spiega che il contagio tra esseri umani può avvenire attraverso vicinanza stretta e prolungata con un individuo sintomatico, come parlare a breve distanza (con il passaggio di goccioline di saliva), contatto fisico a lesioni cutanee o durante i rapporti sessuali.
Nonostante il recente scoppio, l’infettivologo Pierluigi Blanc dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze invita alla calma, sottolineando che il virus, noto come monkeypox, non si trasmette facilmente.
“Il virus monkeypox non si trasmette facilmente – afferma Blanc – al di fuori dei rapporti intimi: la sua trasmissione non è comune. Ne consegue che la sua diffusione non è alta. I soggetti immunocompetenti non sono esposti a particolari rischi di complicazioni”. Blanc elenca anche i sintomi principali del virus, tra cui eruzioni cutanee e linfonodi ingrossati, sottolineando l’importanza di rivolgersi prontamente a un medico in presenza di tali sintomi. In conclusione, nonostante la situazione, l’allarmismo è sconsigliato, ma la vigilanza e la prevenzione sono fondamentali per contenere la diffusione dell’infezione.
Blanc conclude poi parlando della vaccinazione: “È chiaro che la vaccinazione deve essere consigliata alle persone con infezione da Hiv e a quelle persone che appartengono alle categorie a rischio ben individuate dai comunicati del Ministero della salute e dalla Regione”.