La domanda arriverà già questa settimana. Il ministero alla Salute chiederà all’Aifa, agenzia del farmaco, un parere sul via libera alla seconda dose per chi ha fatto il vaccino Johnson& Johnson. Dopo che la statunitense Fda ha suggerito di farla a chi ha ricevuto la somministrazione del vaccino Janssen, la cui copertura sarebbe più breve di quella dei medicinali a Rna messaggero, si muove anche l’Italia. E lo fa velocemente, visto che è disposta ad arrivare al via libera per il richiamo nel giro di pochi giorni, anche prima dell’Ema, se questa non deciderà a breve. Si discute della nuova iniezione per i vaccinati con Johnson&Johnson quando il nostro Paese vede risalire non solo il numero dei casi, probabilmente perché si fanno più tamponi per l’obbligo di Green Pass al lavoro, ma anche di ricoveri e decessi settimanali.
E così si pensa alla terza dose per gli under 60. Probabilmente più avanti verrà autorizzata, come filtra dal ministero alla Salute e come ieri ha detto, tra gli altri, lo stesso presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro: «La terza dose di vaccino anti-Covid per tutta la popolazione è uno scenario verosimile». E Guido Rasi, l’ex direttore di Ema, ha detto al podcast di Repubblica, Metropolis, che «piano piano arriveremo alla terza dose per gli over 50, magari a dicembre».
Adesso ci si dedica agli over 80 e alle altre categorie per le quali c’è già stato il via libera al “booster”, cioè al rinforzo con la nuova somministrazione. «Vediamo alcune resistenze da parte dei pazienti anziani, ci sono un bel po’ di reticenti — dice Silvestro Scotti, segretario del sindacato dei medici di famiglia Fimmg — Si convincono meno, è più difficile far capire loro quanto è importante vaccinarsi di nuovo. Invitiamo tutti a venire nei nostri studi a fare l’iniezione ». Anche i dati raccontano di un’adesione non proprio segnata dall’entusiasmo. Il booster l’hanno fatto 850 mila persone, cioè il 28% di coloro che hanno fatto la seconda dose più di sei mesi fa.
E riguardo alla terza dose, l’Ema ha dato il via libera alla possibilità di farla ai maggiorenni anche con Moderna ma a metà dosaggio e da 6 a 8 mesi dopo la seconda. «È urgente accelerare con la terza dose per il personale sanitario. Proteggere tutti i colleghi dall’infezione significa anche proteggere gli ospedali e non sguarnire i reparti», dice Walter Ricciardi, consigliere del ministro Roberto Speranza.
Tornando a Janssen, l’Aifa dovrà dire se la nuova somministrazione deve avvenire con lo stesso vaccino o se si può fare l’“eterologa”, cioè usare Pfizer o a questo punto Moderna. Centrale il tema dei tempi. L’idea sarebbe quella di indicare il richiamo dopo due mesi. In Italia sono circa 1,5 milioni le persone che hanno fatto Johnson&Johnson, di queste circa mezzo milione hanno più di 60 anni. Teoricamente potrebbero fare già il “booster”, ma devono appunto essere passati sei mesi dalla somministrazione. Altra cosa che dovrà decidere l’Aifa è se dopo la seconda dose andrà fatta la terza e ovviamente indicare con che tempi.