A una settimana dalla delibera con cui, l’8 novembre, la giunta Zaia ha rinnovato con l’inserimento di delegati Unicef e Federanziani la commissione vaccini, creata per la verifica semestrale della copertura dopo la sospensione dell’obbligo di immunizzare i neonati sancita dal solo Veneto nel 2007, ieri la commissione regionale Sanità ha dedicato una seconda seduta al tema.
Ascoltando i medici (pediatri, igienisti e presidenti degli Ordini regionale, di Padova e Treviso), l’assemblea è giunta alla conclusione che ripristinare il diktat in ragione del crollo dal 98% del 2007 all’attuale 91,8% dei piccoli vaccinati non avrebbe senso. «E anzi, potrebbe indurre un effetto boomerang — spiega il presidente Fabrizio Boron — così come non sarebbe ragionevole imporre la vaccinazione per l’iscrizione a scuola. Si potrebbe semmai esaminare un criterio di premialità, per esempio attribuendo per l’ingresso al Nido o alla scuola materna un maggiore punteggio ai bimbi immunizzati. Ma la vera strategia è puntare sull’informazione scientifica e moderna, sui social network. Se negli ultimi tre semestri abbiamo assistito a una ripresa della copertura, lo si deve proprio a una corretta e più mirata comunicazione. E alla scelta del ministero della Salute di impugnare sentenze che correlavano i vaccini all’autismo o ad a altre malattie».
Concetti enucleati in seguito alla relazione di Antonio Ferro, presidente triveneto della Società italiana di Igiene e Sanità pubblica, che ieri avrebbe voluto somministrare l’anti-influenzale a tutti i consiglieri, scontrandosi però contro il «no» del segretario del Consiglio regionale: «Locali non idonei». «Non possiamo vaccinare a forza — ha ripreso Ferro a proposito del diktat — e poi l’obbligo riguarderebbe solo 4 sieri su 16, quando sono tutti ugualmente importanti. Noi ci siamo impegnati a presentare alla commissione la bozza di un progetto di legge che imponga a tutti i dipendenti del Servizio sanitario nazionale ad assumere l’anti-influenzale, a partire dagli operatori dei reparti con pazienti immunodepressi, come Rianimazione, Oncologia, Pneumologia, Centri trapianti, Nefrologia, Cardiologia e Dialisi. L’obbligo va inserito nei nuovi contratti di lavoro». I pediatri, con il segretario regionale della Fimp Franco Pisetta, hanno invece depositato uno scritto con cui si propongono come vaccinatori accanto ai centri delle Usl. «Ho inoltre avanzato l’ipotesi di far pagare interamente le cure da prestare ai bimbi non immunizzati colpiti da malattie coperte dai vaccini («affermazioni scandalose», secondo la grillina Patrizia Bartelle) — riferisce Pisetta —. E ho chiesto di rendere gratuiti pure i sieri per i bambini nati prima del 2015 e che non li abbiano ancora assunti. Come il meningococco B, che altrimenti costa 50 euro».
«I vaccini sono l’arma più potente sviluppata dall’uomo — ammonisce Roberto Mora, presidente regionale dell’Ordine dei Medici, presente con i colleghi Paolo Simioni (Padova) e Luigino Guarini (Treviso) — più efficace anche degli antibiotici. Secondo l’Oms salvano 2,5 milioni di vite all’anno nel mondo. Saremo inflessibili con i colleghi che remano contro (due sono già sotto procedimento disciplinare a Treviso e a Venezia, ndr )». Su quest’ultimo punto totale appoggio da Alberto Villanova (Zaia presidente): «La commissione censura i medici che fanno disinformazione e io, da camice bianco, impedirei di esercitare la professione a coloro che sconsigliano i vaccini. Il tasso di pericolosità dei sieri è esiguo rispetto ai benefici, Ordini e Regione devono lavorare insieme per riportare la copertura a livelli accettabili». «Siamo preoccupati — aggiunge Claudio Sinigaglia (Pd) — in particolare per i piccoli italiani, perchè i bimbi stranieri sono tutti vaccinati». I tecnici della Sanità stanno verificando la copertura Comune per Comun e preparando la delibera che esorta i sindaci del Vicentino, la provincia con i valori più bassi, a segnalare all’Usl i bambini privi di certificato vaccinale al momento dell’iscrizione a Nido o scuola materna. Intanto è partita «#La vaccinazioneNonHaEtà», campagna promossa da «IncontraDonna» con il sostegno di ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità e Farmindustria, che vede volontari e materiale informativo a disposizione nei supermercati Coop. I clienti riceveranno un «disco orario» con il calendario vaccinale e relative date dei richiami, di cui i genitori si dimenticano spesso.
Michela Nicolussi Moro – IL Corriere del Veneto – 16 novembre 2016