Colpo di mano “giallo-verde” sulla legge Lorenzin, che un anno fa ha reintrodotto l’obbligo vaccinale a scuola, prevedendo in particolare la non ammissibilità a nidi e materne per i bambini da zero a sei anni non in regola. M5S e Lega hanno presentato due emendamenti identici – appena approvati – all’articolo 6 del decreto “proroghe”, oggi all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato e pronto da domani per l’incardinamento in Aula. Ambedue le proposte di modifica procrastinano all’anno scolastico 2019/2020, rispetto a quello attuale 2018/2019, il divieto di accesso ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole per l’infanzia, dei bambini le cui famiglie non presentino la documentazione comprovante l’avvenuta vaccinazione
Cade uno dei pilastri della legge Lorenzin
Il primo emendamento reca la firma dei senatori pentastellati Paola Taverna, Pierpaolo Sileri e Maria Domenica Castellone. Il secondo è sottoscritto dai leghisti Silvia Fregolent, Paolo Arrigoni e Daisy Pirovano. Con questa modifica cade uno dei pilastri della legge Lorenzin, che l’attuale ministra della Salute Giulia Grillo (M5S) ha dichiarato più volte di voler modificare, introducendo un “obbligo flessibile” e tutelando l’accesso a scuola di tutti i bambini e ragazzi, da zero a sedici anni.
In fase di stesura il ddl parlamentare
Il disegno di legge di iniziativa parlamentare con cui si sarebbe dovuto procedere, però, è al momento ancora in fase di stesura e molto difficilmente sarà depositato prima della pausa di agosto. Il decreto “proroghe” è il traghetto ideale per scardinare il criterio della non ammissibilità dei più piccoli, aspettando una legge complessiva di modifica. Il tempo però stringe: a un mese e mezzo dalla riapertura della scuola, la legge di conversione dovrà procedere a tappe serrate.