Repubblica. La quarta ondata dello tsunami coronavirus sta arrivando e così l’Europa inizia a barricarsi per superare anche questo inverno e la tormenta del Covid. Ogni Paese ha una situazione particolare e aleggiano nuove e diverse restrizioni. Ma ci sono due obiettivi, comuni. Il primo: contenere il numero dei morti per coronavirus. Secondo: preservare la sanità pubblica e gli ospedali da una potenziale valanga di malati di Covid. Quest’inverno, inoltre, a differenza di quello passato, potrebbe essere particolarmente difficile per il personale sanitario per via del mix con altri virus, come l’influenza e diversi coronavirus. Per fortuna, però, ci sono i vaccini. E le terze dosi potrebbero svolgere un ruolo cruciale.
Regno Unito
Londra ha deciso di anticipare di un mese (da sei a cinque) la distanza tra seconda e terza dose per rinforzare il muro immunitario: proprio ieri si è superata quota 10 milioni di richiami (per ora solo per “over 50”). In Inghilterra è ancora in vigore il “liberi tutti”, con assenza di mascherine e il piano B di Johnson (con il loro ritorno perlomeno al chiuso) è solo nel cassetto. Tuttavia, tra vaccinati (80% con due dosi “over 12 anni”) e immunità da contagi, i casi stanno scendendo: 247mila negli ultimi sette giorni (-12,9% rispetto alla settimana scorsa), mentre morti (1.174) e ricoveri (7.241) restano stabili. Eppure diversi ospedali sono già al 90-95% di posti letto occupati. Ma Johnson ha deciso: per ora si va avanti così, senza restrizioni.
Germania
È il Paese europeo la cui situazione Covid preoccupa di più al momento: ieri altri 23mila casi (oltre +50% rispetto all’ultimo mese) con 37 morti. Le autorità temono per gli ospedali e hanno puntato il dito contro i non vaccinati. Il 67% della popolazione tedesca è immunizzata con due dosi (contro il 68,5% circa di Regno Unito e Francia), ma tra i non vaccinati quasi il 70% non ha alcuna intenzione di vaccinarsi. Un grosso problema per Berlino (anche a causa di restrizioni federali diverse tra loro) in vista dell’inverno. E così, oltre ad accelerare le somministrazioni delle terze dosi, in caso di emergenza il governo tedesco sta pensando di introdurre il cosiddetto sistema 2G. Ovvero, per entrare in bar, ristoranti e concerti potrebbe essere necessario essere vaccinati e un test negativo non basterà più. Con un occhio al modello austriaco: eventuali lockdown solo per i non vaccinati.
Francia
Anche Oltralpe i contagi preoccupano, anche se non a livello della Germania. La media quotidiana sui 7 giorni è 6.200 casi contro i 4.100 dell’inizio di ottobre. In Francia è stato prolungato l’uso del green pass, che ha innalzato sensibilmente la risposta vaccinale nel Paese. Certo, la quarta ondata preoccupa e dunque dalla prossima settimana torneranno le mascherine obbligatorie a scuola in ben 39 dipartimenti regionali dove i contagi sono alti. Domani ci sarà un atteso discorso del presidente Emmanuel Macron, che potrebbe annunciare l’obbligo della terza dose per il Green Pass. Anche in vista di questa possibilità, nelle ultime ore le prenotazioni per il vaccino sono cresciute del 60%.
Spagna
È la nazione che tra i grandi è nelle migliori condizioni. Il 79% della popolazione è vaccinata e questo facilita di molto le cose. Nell’ultima settimana i contagi sono cresciuti del 24%, ma siamo ancora a una media di 2mila nuovi casi al giorno. I ricoveri e i decessi (una ventina quotidiani negli ultimi sette giorni) restano ancora relativamente molto bassi, ed è partita la campagna per la terza dose, per ora solo agli ultra 70enni, che dovrebbe consolidare questa posizione di forza. Per questo le restrizioni anti Covid in vigore (come obbligo di mascherina al chiuso e distanziamento, anche se ogni regione ha le sue e così il green pass di conseguenza) sono ancora limitate e per ora non si pensa di inasprirle, anche se ovviamente si resta in allerta.