Lo ha ribadito il gruppo consultivo tecnico dell’OMS sulla composizione del vaccino COVID-19 (TAG-CO-VAC) che si è riunito il 16 e 17 marzo scorso. A queste conclusioni si è arrivati dopo l’esame degli studi più recenti che hanno messo a confronto le prestazioni delle due tipologie di vaccinazione. I vaccini mRna sembrano però superiori per quanto riguarda le risposte immunitarie cross-reattive alle varianti. IL REPORT.
Il gruppo consultivo tecnico dell’OMS sulla composizione del vaccino COVID-19 (TAG-CO-VAC), riunito il 16 e 17 marzo scorso a Muscat in Oman aveva sostanzialmente uno scopo: rivalutare le evidenze scientifiche sulle prestazioni dei vaccini COVID-19 aggiornati che incorporano lignaggi discendenti di Omicron (BA.1 e successivi lignaggi) come dose di richiamo.
Per emettere il suo verdetto sull’efficacia dei nuovi vaccini “arricchiti” dei vari lignaggi della variante Omicron gli esperti dell’Oms avevano a disposizione gli ultimi studi epidemiologici osservazionali pubblicati sulle stime dell’efficacia assoluta e relativa dei vaccini contro le diverse varianti utilizzati come dose di richiamo contro malattie sintomatiche e gravi; i dati di laboratorio sull’entità e l’ampiezza delle risposte immunitarie cross-reattive contro varianti SARS-CoV-2 precedenti e circolanti indotte da vaccini mRNA contenenti BA.1 o BA.4/5, rispetto ai vaccini tradizionali a vettore virale (index virus-based) usati come dose di richiamo e infine una serie di studi di laboratorio e dati osservazionali sulle risposte della memoria immunitaria per valutare l’impatto dell’esposizione ripetuta all’antigene sull’immunità e sulla protezione indotte dal vaccino.
- Le dosi di richiamo dei vaccini a vettore virale continuano a conferire elevati livelli di protezione contro malattie gravi e morte causate da tutte le varianti SARS-CoV-2, compresi i lignaggi discendenti contemporanei di Omicron.
- La protezione da malattie gravi e infezioni sintomatiche indotte da vaccini a base di virus indice e da vaccini a mRNA bivalenti contenenti BA.1 o BA.4/5 diminuisce nel tempo. Tuttavia, la protezione dalla malattia grave viene mantenuta più a lungo della protezione dall’infezione sintomatica.
- Rispetto ai vaccini a vettore virale, le dosi di richiamo di vaccini mRNA bivalenti contenenti BA.1 o BA.4/5 possono aumentare ma in maniera modesta l’efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica, mentre altri piccoli studi che valutano solo gli esiti gravi mostrano stime simili tra i due tipi di vaccino.
- Entrambi i vaccini mRNA bivalenti contenenti BA.1 e BA.4/5 aumentano l’entità e suscitano una maggiore ampiezza di risposte immunitarie cross-reattive alle varianti SARS-CoV-2 se usati come dose di richiamo, rispetto ai vaccini a vettore virale.
- I vaccini mRNA bivalenti contenenti BA.4/5 hanno indotto titoli anticorpali neutralizzanti più elevati contro i recenti lignaggi discendenti di Omicron (BQ.1, XBB.1) rispetto ai vaccini mRNA bivalenti contenenti BA.1, se usati come dose di richiamo.
- Esistono prove in vitro che dimostrano che l’imprinting immunitario, noto anche come peccato antigenico originale – un fenomeno in cui il richiamo della memoria immunitaria influenza la risposta immunitaria verso l’antigene precedentemente incontrato – si verifica con l’esposizione ripetuta allo stesso antigene. Tuttavia, l’impatto clinico dell’imprinting immunitario negli studi epidemiologici osservazionali fino ad oggi non è chiaro, a causa dei dati limitati e della possibilità di bias.
- Come precedentemente raccomandato dal TAG-CO-VAC nella sua dichiarazione pubblicata nel giugno 2022 , il raggiungimento di risposte immunitarie cross-reattive indotte dal vaccino rimane prudente nel contesto della continua evoluzione della SARS-CoV-2.
- Nelle prossime riunioni del TAG-CO-VAC, verrà presa in considerazione la composizione dell’antigene del vaccino, inclusa una valutazione se l’inclusione del virus indice sia giustificata nelle future formulazioni del vaccino.
Ulteriori raccomandazioni su eventuali aggiornamenti saranno emesse dal TAG-CO-VAC solo dopo la prossima riunione prevista a maggio 2023.
Gli esperti hanno poi ribadito la necessità di un ulteriore sviluppo di vaccini che migliorino l’immunità della mucosa per aumentare la protezione contro l’infezione e la trasmissione di SARS-CoV-2.
17 aprile 2023