Come procede la campagna di vaccinazione anti Covid in Italia? Non benissimo. Dopo una partenza spedita, qualcosa si è inceppato. E non solo per la ormai nota polemica sulla distribuzione delle fiale da parte di Pfizer (che ha appena dichiarato di aver ripreso a pieno ritmo la produzione) e della questione sui rapporti Ue-AstraZeneca (ma l’Ema potrebbe dare l’autorizzazione solo agli adulti sotto i 65 anni). Ora siamo in grado di monitorare, giorno per giorno, la campagna di vaccinazione in Italia ma soprattutto di dirvi la data precisa in cui terminerebbe la campagna secondo le stime e le previsioni del governo italiano: ad oggi questa data è il 27 novembre 2025.
Questa stima è possibile grazie a una applicazione sperimentale non ufficiale (ma che usa dati ufficiali) “Vaccini per tutti” che permette di stimare i tempi di avanzamento della campagna di vaccinazione in Italia sulla base degli open data istituzionali. «Si tratta di un progetto dell’associazione onData APS nell’ambito della campagna #datiBeneComune basato interamente su dati aperti e codice open source» fanno sapere i fondatori di questa applicazione. Come funziona? Nella schermata principale troviamo una serie di indici che possiamo cambiare per capire in che direzione stiamo andando sul fronte dei vaccini. Ecco che, per l’Italia, se noi pensassimo ad una campagna che prevede i termini definiti dal piano (per vaccinare il 70% della popolazione con 2 dosi a testa, dovremmo accelerare decisamente perché a questo ritmo finiremmo a fine novembre del 2025. Una data, come si vede, ben lontana da quella definita dall’Esecutivo e dalle autorità scientifiche e tecniche che stanno gestendo la campagna di vaccinazione, cioè fine marzo 2021. «Per rispettare questa data – si legge nell’applicazione – il ritmo attuale dovrebbe aumentare del 74,3% per raggiungere il prossimo obiettivo di vaccinare 6.370.000 persone (operatori sanitari, personale e ospiti delle RSA, anziani con più di 80 anni) entro Marzo 2021». Il monitoraggio può avvenire anche regione per regione.
Come funziona
Il funzionamento dell’applicazione è questo: «In base a quante somministrazioni sono state effettuate in Italia nei giorni passati, l’applicazione stima quanto tempo resta per raggiungere gli obiettivi di copertura vaccinale della popolazione generale e di quelle fasce di popolazione considerate ad alta priorità, così come definiti nel piano nazionale di vaccinazione (obiettivi di marzo e di giugno)». I parametri, come detto, si possono cambiare e, ovviamente, influiscono sul calcolo e sugli scenari possibili. Sono tre le fonti istituzionali che il team che ha messo a punto l’applicazione ha utilizzato: i dati forniti dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 sulle somministrazioni a livello nazionale, per le regioni e le province autonome con un aggiornamento quotidiano e costante; l’Istituto Superiore di Sanità con i dati sugli obiettivi del piano nazionale di vaccinazione e i numeri forniti dall’Istat sulla popolazione residente a livello nazionale, nelle regioni e nelle province autonome al 1 gennaio 2020. «I dati sulle somministrazioni usati da questa applicazione sono automaticamente caricati su questo repository ogni sei ore a partire da quello ufficiale della Struttura Commissariale per l’Emergenza Covid-19».
Ovviamente – e questo lo precisano i responsabili che hanno realizzato l’applicazione – i dati vengono messi a disposizione di una libera circolazione delle informazioni. «Sono dati aggiornati quotidianamente dalle fonti indicate e le stime cambiano quindi ogni giorno, seguendo l’andamento della campagna vaccinale» precisano. Non sono, dunque, dati e proiezioni ufficiali, ma rielaborazione di numeri e calcoli effettuate utilizzando, questo sì, fonti ufficiali.
Bisogna sottolineare un altro aspetto non secondario: come si può vedere, tutto può cambiare a seconda del ritmo utilizzato per la campagna di vaccinazione. E soprattutto se le dosi destinate ai vari Paesi, Italia compresa dunque, da parte delle case farmaceutiche (in questa prima fase Pfizer e AstraZeneca) dovessero avere un’improvvisa accelerazione. La stima è destinata a cambiare a seconda della velocità di somministrazione nel corso della campagna. Diciamo che, seguendo questo ritmo, i tempi sarebbero, invece, lunghissimi. Di certo ben distanti dalle attuali stime.
Come nasce l’idea dell’applicazione
A spiegare a La Stampa.it come funziona l’applicazione di onDdata è Alessio Cimarelli, co fondatore di Dataninja e sviluppatore per Ondata: «Già lo scorso anno abbiamo avuto un ruolo importante nello “sdoganamento” dei dati relativi alla pandemia. La nostra mission è rendere “aperti” tutti i dati amministrativi e istituzionali, in questo caso, sui vaccini». Ed è nata così l’idea dell’applicazione? «Sì, perché abbiamo cercato di capire se i tempi del piano di vaccinazione previsti dal governo sono in linea con quelli reali. E non è così. La prima volta che abbiamo incrociato i dati abbiamo scoperto che l’immunità di gregge che le istituzioni stimano, per l’Italia, a settembre 2021, in realtà sarebbe avvenuta nel 2030. Oggi questa forbice si è accorciata, ma stiamo sempre parlando di fine 2024».
La strategia italiana sui vaccini
Ma qual è il piano vaccini dell’Italia? Datato 2 gennaio, è stato pubblicato oggi dal ministero della Salute. Il piano prevede che siano poco più di 101 milioni le dosi di vaccino anti-Covid di cui l’Italia dovrebbe disporre entro il quarto trimestre del 2021, sul totale di 226,1 milioni opzionate per il nostro Paese, in base agli accordi preliminari di acquisto sottoscritti dalla Commissione Europea. Sono queste le cifre contenute nel decreto del ministro della Salute Roberto Speranza, datato 2 gennaio, e pubblicato oggi dal ministero, in cui si adotta il Piano nazionale vacciniaggiornando le quantità e i tempi di consegna delle dosi.
Nel dettaglio: dalle tabelle risulta che entro fine anno saranno disponibili 40,1 mln dosi AstraZeneca – al netto dei ritardi nelle consegne – 40,5 mln di Pfizer/BioNtech e 21,2 mln di Moderna. Nel decreto si rivedono quindi le iniziali previsioni delle forniture – a fronte dell’aumento dei contratti siglati dalla Ue – di vaccini Pfizer (13,28 mln di dosi in più ‘spalmate’ nei quattro trimestri del 2021) e Moderna (altri 10,62 mln). «Le tempistiche e le cifre che per l’Italia sono «pari al 13,46% delle dosi acquisite a livello europeo – si legge nel decreto – potranno essere soggette a variazioni in funzione dei processi di autorizzazione e assegnazione delle dosi».
Il provvedimento definisce poi i singoli aspetti della campagna vaccinale: dall’ordine di priorità nella vaccinazione delle diverse categorie di popolazione alla logistica, l’approvvigionamento lo stoccaggio e il trasporto dei vaccini, fino all’organizzazione dei punti vaccinali, delle sedute e degli operatori sanitari chiamati a vaccinare. E ricorda che «per la realizzazione delle attività del piano si sta predisponendo un sistema informativo efficiente ed interfacciabile con i diversi sistemi regionali e nazionali».
Infine il capitolo alla vaccinovigilanza e sorveglianza immunologica, oltre all’aspetto della comunicazione che in una prima fase riguarderà gli operatori sanitari «in quanto primi beneficiari del vaccino e a loro volta esecutori materiali della vaccinazione», successivamente la popolazione e le diverse categorie da vaccinare. L’ultima parte è dedicata alla «valutazione dell’impatto epidemiologico» e ai «modelli di valutazione economica che – secondo il decreto – devono essere improntati ai due criteri base dettati dall’Organizzazione mondiale della Sanità». Ovvero: l’utilizzo razionale delle risorse e l’equità.
Tutto questo, sulla carta. E quasi certamente, anche alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni con AstraZeneca, il piano verrà con ogni probabilità disatteso.
LA STAMPA