Il dirigente del servizio igiene, nutrizione, acque e specie animali della Regione Veneto, Michele Brichese, ha trasmesso, con nota del 28 febbraio 2011, alle Asl e agli ordini provinciali dei veterinari, il verbale della riunione dell’Unità di crisi centrale sulla rabbia dello scorso 2 febbraio. Le conclusioni dell’Unità di crisi erano già state anticipate l’indomani della riunione da sivempveneto.it. Nello specifico: le aree a rischio dove è obbligatoria la vaccinazione dei cani non sono state ridotte a causa del mancato conferimento di un numero significativo di campioni per la verifica dei livelli di immunità delle volpi; la vaccinazione dei cani rimane obbligatoria quindi in tutta l’area a rischio (province di Belluno e Treviso, parte nord di quella di Vicenza e parte della provincia di Venezia).
Già alla riunione dell’Unità di crisi i rappresentanti della Regione avevano fatto presente che in Veneto non sono più disponibili i fondi stanziati lo scorso anno per l’emergenza che avevano permesso le tariffe calmierate. Nella nota di Brichese del 28 febbraio si legge ora: «In Regione del Veneto la vaccinazione è stata indirizzata prevalentemente verso i veterinari liberi professionisti e attualmente non sono state date indicazioni alle aziende Ulss».
«A quanto sembra – osserva Roberto Poggiani, segretario SIVeMP Veneto – viene lasciata alle Ulss piena autonomia decisionale in merito. Diversamente da quanto asserito da Anmvi, che sostiene che “le vaccinazioni possono essere eseguite solo dai veterinari privati”, per i servizi veterinari pubblici esiste il solo limite che, da parte della Regione Veneto, non ci sono ora i fondi da destinare alle tariffe calmierate».
La nota della Regione ricorda anche che in Friuli Venezia Giulia le vaccinazioni vengono eseguite dai servizi veterinari delle Asl a 10 euro e dai veterinari liberi professionisti a prezzo libero.
a cura di Cristina Fortunati – r.p.
© Riproduzione riservata
6 marzo 2011