Il direttore dell’Usl 9 Francesco Benazzi ha ricostruito la sua squadra, dopo che il suo braccio destro, il direttore sanitario Scibetta, è stato nominato a Padova: ieri mattina l’incarico è stato affidato a Marco Cadamuro Morgante, che era già stato in forze a Treviso, a Motta di Livenza e Montebelluna, e da cinque mesi era direttore sanitario ad Asolo (entro un paio di giorni Benazzi conta di trovare il suo sostituto all’Usl 8).
«Ha ottime capacità di mediazione ed è un valido professionista – ha subito affermato il dg -, sono lieto di averlo con noi. Non so se gli ho fatto un piacere a portarlo qui a Treviso, ci sarà da lavorare 24 ore al giorno: per questo ho condiviso la decisione della sua nomina con i primari e i direttori di dipartimento. La sfida è dura, dovrà sorvegliare le unità operative, organizzare i tavoli sulle specialistiche, dedicare molta attenzione all’umanizzazione del servizio».
La carriera di Morgante era iniziata proprio all’Usl 9 nel 1988 come capo distretto sanitario, passando nel 1991 alla direzione sanitaria del Ca’ Foncello dove rimase fino al 2004, e adesso torna alle origini. Assieme a Benazzi, il neo direttore sanitario Morgante, Annamaria Tomasella, direttore amministrativo, e Pier Paolo Faronato, direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale, traghetteranno la Marca verso l’azienda sanitaria unica. «Se dovessi cambiare ancora avrei grosse difficoltà» sottolinea il manager. Come ad avvisare il presidente Zaia che la prossima volta che vorrà un nuovo dirigente, non dovrà portare via a Benazzi i suoi uomini. «Stanno già lavorando su un progetto provinciale, raccogliendo le migliori pratiche di ogni Usl per potenziarle e introdurle nelle altre, per omologare i servizi».
Anche la riorganizzazione dei pronto soccorso procede, ma al Ca’ Foncello qualcosa si è impigliato nel nuovo sistema informatico delle registrazioni avviato da poco, intasando la sala d’attesa. Lunedì notte il direttore Benazzi è stato avvisato da alcuni utenti che i tempi erano diventati eccessivamente lunghi, con sessanta persone in coda e molto nervosismo. Alle 23 si è precipitato quindi in pronto soccorso (uno dei blitz che l’avevano reso famoso anche quando era dg a Padova) rendendosi conto che la nuova procedura è ostica per i dipendenti, imparare a gestire il nuovo strumento non è immediato: «Ancora un paio di giorni e poi entrerà a regime, c’è da portare un po’ di pazienza».
S. Ma. – Il Corriere del Veneto – 29 giugno 2016