Il Governo mette il contagocce ai rimborsi viaggio per i dipendenti delle aziende sanitarie. E l’Usl 9 si attrezza, emanando un nuovo regolamento per l’uso della propria auto in servizio.
Il decalogo è in vigore da inizio anno e mira a contenere questa voce di spesa, eliminando tutta una serie di rimborsi di viaggio che fino al 2011 rappresentavano una possibilità per medici e personale sanitario in trasferta. Come verrà effettuata la sforbiciata? Ad esempio non sarà più possibile usare la propria auto (e chiedere quindi il rimborso per carburante, parcheggio e autostrada) per partecipare a convegni, seminari e attività di formazione. In questi casi non si potranno nemmeno occupare i mezzi aziendali (sempre pochi peraltro…) che invece dovranno essere impiegati il più possibile per le attività di assistenza nel territorio della Marca. E se il parco macchine dell’Usl 9 non dovesse essere sufficiente allo scopo, l’uso della propria auto sarà consentito per non penalizzare l’utenza, ma «solo dopo l’autorizzazione del dirigente» e solo nell’eventualità in cui non ci siano mezzi pubblici a disposizione per il tragitto richiesto e negli orari necessari: ciò vale nei casi di assistenza infermieristica e medica domiciliare, vaccinazioni, emergenze alimentari e infezioni, richiesta di interventi da parte di procure, vigili del fuoco oppure Nas, visite di invalidi civili a domicilio, copertura di turni di servizio in caso di carenza improvvisa di personale. Una stretta a tutto campo quindi, pensata comunque in modo da non penalizzare le attività di assistenza nel territorio e le emergenze. I rimborsi potranno essere richiesti solo per attività di controllo e ispettive come quelle del dipartimento di prevenzione, le visite di verifica di edifici e cantieri, gli accreditamenti di strutture socio sanitarie e il controllo delle prestazioni erogate nelle strutture sanitarie. Il regolamento è frutto di un’analisi a tutto campo dell’Usl 9 sulla mobilità dei propri dipendenti per lavoro. Analisi nata dopo che da Roma è arrivato l’input di limitare le spese per le missioni nella misura massima del 20% di quanto speso nel 2009. La quota di rimborso è stata quindi abbassata a pochi centesimi a chilometro e l’entità viene decisa dalla Regione che la modifica semestralmente in base alle oscillazioni nel costo del carburante
Tribuna Treviso – 15 febbraio 2012