Sarà una coincidenza, ma dopo lo sblocco del tetto al personale sanitario, grazie all’aumento della spesa deciso a Roma su proposta del Veneto (ora il riferimento è il costo del 2018, più un ulteriore 5%), la prima maxiassunzione tocca l’Usl 6 Euganea. Nei giorni scorsi la Commissione regionale per gli investimenti tecnologici e in edilizia (Crite) ha autorizzato la direzione generale a coprire tutti i posti richiesti, ovvero 143 posizioni per il comparto. Tra queste 73 infermieri (57 a tempo indeterminato, a potenziamento soprattutto delle aree mediche e dell’assistenza domiciliare, e 16 a tempo determinato); 43 operatori sociosanitari (Oss) a tempo indeterminato (di cui 21 extra turnover) più 9 stabilizzazioni; tre fisioterapisti; sei tecnici di Radiologia; quattro ostetriche.
«Le assunzioni rientrano nel normale iter e all’interno del tetto del personale assegnato all’Usl Euganea — fa sapere la direzione strategica —. L’azienda possiede graduatorie valide e utilizzabili per acquisire le diverse figure professionali autorizzate e stiamo procedendo alle assunzioni». Non bisognerà insomma aspettare i tempi dei concorsi, l’Usl attingerà direttamente dalle graduatorie e quindi «esclude problematiche legate alle ferie», che ogni anno si manifestano in tutte le aziende del Veneto, soprattutto a causa della cronica carenza di medici (-1295) e infermieri (-2mila) denunciata da tempo dalla Regione. «L’Usl Euganea ha sempre concluso le assunzioni necessarie a garantire il funzionamento dei servizi — ribadiscono i vertici —. In particolare sono state richieste e ottenute le autorizzazioni per il turnover del personale tecnico e sanitario del comparto, con un potenziamento delle attività attraverso assunzioni extra turnover. Per l’area medica sono stati concessi 9 infermieri extra turnover e 21 Oss, consentendo l’aumento dei minuti di assistenza».
Verrà potenziata pure l’assistenza domiciliare integrata, «grazie all’esternalizzazione dei prelievi a domicilio, che ha permesso un significativo reimpiego del personale dedicato, e all’ingaggio di altri 13 infermieri, sempre autorizzato dalla Regione». Sul fronte degli amministrativi, la direzione garantisce il turnover per il 48%: la percentuale rimanente sarà coperta con nuove assunzioni, anche di personale appartenente alle categorie protette.
Novità infine per il Pronto Soccorso, che nel rispetto di una delibera regionale si prepara a introdurre il Triage avanzato. «Si tratta di una modalità studiata per accorciare ulteriormente le attese — spiega il dottor Maurizio Chiesa, primario del polo d’urgenza del Sant’Antonio —. Dopo la valutazione iniziale dei pazienti e l’affidamento del relativo codice colore effettuati dagli infermieri, alcuni casi possono essere sottoposti all’esame dei parametri vitali come polso, pressione, frequenza cardiaca, e ad elettrocardiogramma. Sempre da parte degli infermieri. Questa procedura — aggiunge Chiesa — consente al medico di diagnosticare subito l’infarto in un codice giallo con dolore al petto, per esempio. Ma per mettere in atto il Triage avanzato ci vogliono locali a parte e personale dedicato. In attesa di ottenerli abbiamo tolto l’attesa ai codici gialli: come i rossi, passano direttamente in area critica». «Stiamo valutando come organizzare il Triage avanzato insieme ai primari dei nostri cinque ospedali — rivela il direttore sanitario Patrizia Benini — cioè Sant’Antonio, Schiavonia, Piove di Sacco, Cittadella e Camposampiero. Non è detto che si debba partire tutti allo stesso tempo, iniziamo dove ci sono gli spazi fisici per introdurl o».
Corriere Veneto