Ed è proprio nell’Azienda sanitaria provinciale che la situazione si fa di giorno in giorno più drammatica a detta del sindacato. Con carenze che in alcuni settori in particolare – dai laboratori analisi ai servizi psichiatrici, dalle ostetriche agli psicologi – mettono sempre più a rischio la garanzia dell’assistenza ai pazienti. E che, sul fronte interno, non fanno che peggiorare i carichi di lavoro su chi resta in corsia.
Il blocco
«Di fattole assunzioni sono ferme da giugno» rileva Raffaela Megna, «e da allora non è più arrivata alcuna autorizzazione dalla Regione per riattivarle. Il problema è già di per sé pesante con il blocco dell’extra turn over, ovvero delle assunzioni di personale per rispondere allo sviluppo dei servizi e dell’organizzazione dell’assistenza ospedaliera e territoriale.
Le fughe
Se assunzioni ci sono state, poi, non significa che si traducano in un incremento stabile della pianta organica degli ospedali: «Il report che emerge nel Piano straordinario per l’occupazione redatto dalla Fp Cgil mette in luce un dato fondamentale» aggiunge Alessandra Stivali, «ovvero che il 15% di chi viene assunto dopo aver vinto un concorso lascia prima ancora di terminare il periodo di prova e addirittura il 30% dei neo assunti chiede il trasferimento nell’arco del primo anno. Un trend che colpisce particolarmente l’Usl Euganea dove gli stipendi sono i più bassi nella nostra regione, a causa dei minori fondi contrattuali accessori».
«Molte operatrici sociosanitarie si dimettono dall’ospedale per andare a lavorare in fabbrica» interviene Megna, «dove a parità di stipendio lavorano dal lunedì al venerdì, senza fare turni di notte e con sabati e domeniche liberi. Mentre sappiamo che infermieri e medici fuggono sempre più frequentemente verso il privato, dove sono pagati di più e lavorano meno».
Servizi a rischio
L’assistenza sociosanitaria in capo all’Usl Euganea, tra ospedali e strutture territoriali, è una fitta trama di servizi che si sta via via sfilacciando: «E mettere le toppe è sempre più difficile» attaccano dalla Cgil, «perché spostare il personale da un servizio all’altro non fa che spostare anche il problema».
«Le situazioni più critiche le rileviamo nel laboratorio analisi di Cittadella» sottolinea Megna, «dove mancano 4 tecnici e altri 4 stanno per andare in pensione, senza contare quelli che stanno facendo concorsi per andare a lavorare altrove. C’era una graduatoria per 11 posti a tempo determinato e anche quella è stata bloccata.
In ambito Psichiatrico, il Centro di Riabilitazione di Monselice ha la metà degli educatori previsti; per tutta la Bassa, 46 Comuni, c’è un solo neuropsichiatra infantile, due soli nell’Alta. A Camposampiero mancano 10 ostetriche, perché nemmeno quelle in maternità vengono sostituite. Mancano infermieri e oss, la graduatoria di questi ultimi pur a disposizione dell’Euganea, è bloccata e rischia di scadere. Sono in difficoltà reparti e sale operatorie di tutti gli ospedali. E la carenza di medici è ben nota».
L’appello a Zaia
«La Regione deve assolutamente cambiare passo» esorta Stivali, «serve un piano straordinario di assunzioni, bisogna investire nella Sanità pubblica, immettendo personale nelle strutture e incrementando i fondi accessori come già altre regioni hanno fatto, per superare la sperequazione che penalizza da sempre chi lavora nella nostra provincia».
Il Mattino di Padova