Venezia unica anche per i costi sanitari. L’invecchiamento demografico e la forte incidenza di anziani e malati cronici. Il “peso” dei turisti che si fa sentire anche sulle strutture sanitarie. I costi della “specificità” veneziana, che fa lievitare le spese. Sono soprattutto questi i motivi per cui il bilancio dell’Usl 3 Serenissima – che comprende oltre a Venezia, terraferma e isole, anche i comprensori di Mirano, Dolo e Chioggia – è destinato a restare in un deficit strutturale e necessita di ingenti risorse regionali, nono stante risparmi e razionalizzazioni. È quanto lo stesso direttore generale dall’azienda sanitaria locale veneziana Giuseppe Dal Ben fa presente nella sua relazione al bilancio di previsione 2018, approvato di recente
Il bilancio di previsione 2018 indica una perdita di esercizio dell’Usl veneziana di poco inferiore ai 146 milioni di euro, in miglioramento di circa un milione rispetto a quella dell’anno precedente. Ma soprattutto una differenza di circa 75 milioni di euro rispetto al risultato programmato dalla Regione – con il disegno di legge regionale del novembre scorso – che attribuiva invece all’Azienda sanitaria veneziana una perdita di esercizio di 70 milioni di euro per il 2018. Sono dati “obbligatori” da inserire, ma da prendere con le molle, perché non calcolano ancora contributi regionali a copertura dei costi che certamente arriveranno e sottostimano le entrate, anche a copertura delle spese di investimento. La “forbice” pertanto è destinata a ridursi notevolmente rispetto ai dati attuali e ad avvicinarsi al deficit previsto dalla stessa Regione, come avvenuto già in passato. Restano però i problemi strutturali di un’Azienda sanitaria che costa necessariamente più di altre del Veneto, proprio per le sue caratteristiche. Dichiara il direttore generale Dal Ben nella sua relazione al bilancio 2018: «Si ritiene che lo scostamento dalla perdita programmata rivesta carattere strutturale per il quale, nel ribadire ogni sforzo possibile improntati al rigore e al controllo della spesa e all’utilizzo di tutti i fattori produttivi secondo i criteri di massima efficienza operativa, è necessario un adeguato livello di finanziamento», che tenga conto della situazione veneziana.
Dal Ben ricorda la forte presenza di anziani, nuclei formati da una sola persona, forte incidenza di patologie croniche. Ma anche la «presenza sul territorio di una popolazione che aumenta considerevolmente per il notevole afflusso di turisti, sia nel periodo estivo che alle numerose manifestazioni durante l’anno». Pesano inoltre sul bilancio dell’Usi Serenissima i costi dei contratti di project financing dell’Ospedale dell’Angelo di Mostre e del nuovo padiglione dell’Ospedale Civile di Venezia. Milioni e milioni di euro che gravano sul conto economico dell’Azienda, mentre, se fossero mutui lo farebbero solo sullo stato patrimoniale. «I costi della specificità veneziana», conclude Dal Ben, «vanno considerati nella loro completa dimensione poiché tale realtà è unica nel panorama non solo regionale ma anche nazionale. La rete di offerta, nonostante lo sforzo di migliorare l’efficienza produttiva, richiede ulteriori risorse e un adeguato finanziamento, ovvero un ridisegno complessivo».
La Nuova Venezia – 13 marzo 2018