Turnover bloccato e nuove regole restrittive per l’uso dell’auto. E dal primo aprile i veterinari fermano i mezzi propri con cui fino ad ora hanno assicurato il servizio. Poggiani (SIVeMP): «Garantire personale e mezzi per evitare disagi ai cittadini». Anche per le prestazioni veterinarie ora si inaugurano le famigerate liste d’attesa. Succede all’Usl 22 di Bussolengo dove la mancata sostituzione dei dipendenti del servizio veterinario andati in pensione negli ultimi anni e la stretta sull’uso delle auto private stanno creando difficoltà operative tali da costringere il personale, pesantemente sottorganico, a garantire prioritariamente le attività a carattere d’urgenza e solo successivamente tutte le altre. Ma come si è arrivati alle liste di attesa, situazione che in Veneto, in campo veterinario, non si era mai verificata?
«Da tempo i carichi di lavoro continuano ad aumentare – spiega Roberto Poggiani, segretario regionale SIVeMP Veneto – mentre il personale è ampiamente sottodimensionato. All’Usl 22 sono attualmente in servizio 24 veterinari contro i 30 previsti dalla pianta organica. A questo si aggiunge l’insufficiente dotazione di auto aziendali con cui spostarsi sul territorio per svolgere i compiti d’istituto. E, va ricordato, che l’azienda sanitaria di Bussolengo, proprio per l’alto numero di strutture di macellazione, è la prima per volumi di attività veterinarie in Veneto».
Da anni chi va in pensione non è sostituito, manca il 20 per cento dei veterinari
Da anni, afferma Poggiani, «i veterinari dipendenti che vanno in pensione all’Usl 22 non vengono sostituti (gli ultimi due pensionamenti si sono verificati in gennaio) e la direzione generale, nonostante le sollecitazioni del nostro sindacato, non ha preso alcuna iniziativa per garantire il ripristino del turnover e la funzionalità dei servizi»
Così si arriva per la prima volta alle liste di attesa, già inaugurate nei distretti di Isola della Scala e San Pietro Incariano. E non è finita qui. «I colleghi ora riescono a mala pena a soddisfare le richieste orarie di macelli e laboratori – osserva il segretario SIVeMP – ma sono, di fatto, nelle condizioni di tralasciare, per ragioni di tempo, tutta la vigilanza territoriale sull’intera filiera dei prodotti di origine animale. Vigilanza indispensabile per garantire la tutela della sicurezza alimentare. A questo punto saranno gli operatori economici che si vedranno costretti a ridurre quelle attività di macellazione e lavorazione cui devono per legge essere sempre presenti i veterinari pubblici che, per l’esiguità del proprio numero, diminuiranno gioco forza l’impegno orario in questi impianti.
«Il giro di vite sull’uso dell’auto privata non rappresenta un effettivo risparmio»
Ad aggravare il quadro già di emergenza, ora anche la rigidissima applicazione messa in atto dall’Usl 22 delle disposizioni della legge 122 del 2010 in merito all’utilizzo da parte dei dipendenti dell’auto propria.
«Il servizio veterinario di Bussolengo – osserva Poggiani – ha un parco mezzi del tutto inadeguato: nove auto per una trentina tra veterinari e tecnici della prevenzione. I dipendenti per anni hanno garantito lo svolgimento del servizio con le loro auto private, ricevendo un rimborso chilometrico pari a un quinto del prezzo della benzina. Ora, secondo quanto deciso dalla direzione dell’Usl, i veterinari – che pure hanno mansioni ispettive, di verifica e di controllo – potranno utilizzare la loro auto “solo per obiettive esigenze di servizio, autorizzate di volta in volta dal dirigente responsabile”».
Situazione paradossale, se si tiene conto che ogni veterinario per le prestazioni di servizio è costretto a recarsi quotidianamente in sedi diverse e lontane tra loro e che la fascia oraria di massima richiesta nelle strutture produttive è concentrata tutta nelle prime ore del mattino. Senza dimenticare che il responsabile del servizio verrebbe costretto, in questo modo, a trascorrere praticamente l’intera giornata lavorativa compilando le autorizzazioni. «Non è con i calcoli ragionieristici che si effettuano i veri risparmi nella sanità – commenta il segretario SIVeMP –. E razionalizzare l’uso dei mezzi non può voler dire tagliare i servizi e rendere impossibile lo svolgimento dei compiti lavorativi».
Così, dopo aver cercato inutilmente di ottenere risposte praticabili e concrete dalla direzione generale, i veterinari dipendenti dell’Usl 22 hanno comunicato all’azienda sanitaria che dal primo aprile prossimo non utilizzeranno più le proprie auto per l’attività di servizio, viste le difficoltà operative e il rischio di incorrere in illeciti disciplinari, anche con possibili responsabilità erariali.
A questo punto sarà l’Usl a dover fornire le auto aziendali perché possano essere svolti i compiti di ispezione, verifica e controllo nelle strutture e negli allevamenti e di tutela del benessere animale.
«C’è il rischio concreto – spiega Poggiani – di creare gravi disservizi agli utenti». E aggiunge: «Ci scusiamo con tutti sin d’ora per i possibili disagi, ma la nostra richiesta è che ci siano il personale e i mezzi per poter garantire un servizio che sia all’altezza delle aspettative dei cittadini»
15 febbraio 2011