Dalla fine di ottobre non ci sono stati nuovi casi di blue tongue nel territorio dell’Usl 2. La campagna di vaccinazione messa in campo dall’azienda sanitaria feltrina ha permesso di arrestare la diffusione del virus, anche se una recente nota ministeriale ha esteso la restrizione a tutta la Lombardia e parte del Piemonte. Significa che per spostare gli animali, ovicaprini e bovini, è necessario garantire che siano in possesso di precisi requisiti. Per esempio che siano stati vaccinati.
La campagna per la malattia della lingua blu effettuata dal servizio veterinario dell’Usl di Feltre ha permesso fino ad oggi di vaccinare tutte le capre e le pecore di allevamento (11.067 capi), ma anche quelle in transumanza presenti in provincia durante l’epidemia di blue tongue (15.389 capi). Per quanto riguarda i bovini, ne sono stati vaccinati 10.132 su richiesta del proprietario, pari al 70 per cento dei capi effettivi presenti nel territorio dell’Usl 2. Nei frigoriferi del servizio veterinario feltrino sono presenti ancora 750 dosi di vaccino.
Per quanto riguarda i focolai della malattia, c’è una discrepanza fra i dati diffusi dall’Usl e quelli che si possono trovare sul sito dell’istituto zooprofilattico delle Venezie. Secondo l’azienda sanitaria sono stati 58 in tutta la provincia, per l’istituto 83. «La differenza dipende dal fatto che per noi c’è un focolaio quando si ha anche un riscontro clinico sugli animali, mentre per l’istituto è sufficiente una positività agli esami di laboratorio per definire la presenza di un focolaio», precisa il dottor Gianluigi Zanola del Dipartimento di prevenzione – servizi veterinari dell’Usl 1.
Il rapporto, aggiornato a ieri, evidenzia 83 focolai, dei quali 76 nel territorio dell’Usl 2 (da Sedico ad Alano, compresa tutta la Pedemontana) e sette in quello dell’Usl 1 (5 a Belluno, 1 a La Valle agordina, 1 a Valle di Cadore, in una stalla di yak).
«Abbiamo vaccinato tutti i greggi transumanti nel territorio di nostra competenza», aggiunge il dottor Zanola, riferendosi a tutta la parte di provincia compresa fra Belluno e la montagna. «Per gli ovini superiamo i diecimila capi vaccinati. Ora ci dobbiamo occupare degli allevamenti stanziali. Lunedì affideremo l’incarico ad un veterinario, attraverso un bando».
Per quanto riguarda i bovini, invece, si attendono disposizioni precise dalla Regione: «Ha sancito che deve essere l’allevatore ad occuparsi della vaccinazione dei suoi animali, attraverso un veterinario professionista», conclude Zanola. «Attendiamo di capire se sia questa la metodologia da seguire».
Alessia Forzin – Il Corriere delle Alpi – 10 dicembre 2016