Il titolare, ex consigliere comunale Pdl a Piazzola, gestisce l’agriturismo “Al Pozzo”: è accusato di maltrattamenti
PIAZZOLA SUL BRENTA. Vacche nutrite poco e male, scatta il sequestro da parte dell’Usl 15. Gli animali malnutriti appartengono a Stefano Bison, ex consigliere comunale, titolare dell’agriturismo “Al Pozzo” di Piazzola sul Brenta. «Una situazione davvero grave», sottolinea Giuliano Berton, direttore del Servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Usl 15. «L’azienda in questione è monitorata da circa un anno, aveva già ricevuto prescrizioni, l’ultimo controllo è stato effettuato il 27 aprile scorso, la situazione era visivamente degenerata, abbiamo quindi proceduto al sequestro preventivo delle 31 vacche di razza Rendena». Il sequestro preventivo è stato convalidato mercoledì scorso dal giudice per le indagini preliminari padovano Laura Fortuna.
La stalla dove vivevano gli animali si trova in via Boschiera 41 a Piazzola; si tratta di uno stabile in affitto, a circa 200 metri dall’agriturismo “Al Pozzo”, una realtà frequentata e conosciuta, seguita da Bison, 48 anni, dal ’99 al 2004 sui banchi di opposizione del parlamentino piazzolese con Forza Italia.
I tecnici dell’Usl dell’Alta Padovana hanno dato seguito al sequestro per «la grave situazione igienico-sanitaria in cui vivevano i 31 animali», sottolinea Berton. Determinante nella scelta lo stato di denutrizione: «Le vacche non erano malate, ma la denutrizione era evidente, non erano alimentate in maniera appropriata né dal punto di vista della qualità che della quantità del cibo. Bison ha un allevamento da riproduzione vacca-vitello, gli animali sono lasciati in libertà. Alcuni di loro, durante il sopralluogo, erano fuori, altri all’interno, ma in nessun luogo avevano di che nutrirsi». Da circa un anno l’allevamento viene monitorato. I riflettori si sono accesi dopo un controllo dei veterinari «che avevano segnalato condizioni igienico-sanitarie precarie. Il titolare aveva sanato, al tempo, in maniera però provvisoria». Il 27 aprile è stato effettuato il nuovo controllo: «L’alimentazione era sempre carente, gli animali non erano ammalati, ma di certo non potevano continuare a vivere in quelle condizioni. Noi abbiamo contestato la violazione dell’articolo 727 del codice penale, che va a punire appunto i maltrattamenti di animali. Non è stata rispettata la normativa 146/2001 relativa alla protezione degli animali negli allevamenti».
Il Mattino di Padova – 12 maggio 2013