Si aggrava ed espande il caso delle persone contaminate dal batterio della listeria, presente in gelati confezionati della ditta Blue Bell, consumati da persone ricoverate in ospedale per motivi diversi (leggi articolo).
Scoperto in marzo, in un primo momento il focolaio sembrava essere circoscritto a un ospedale del Kansas, con cinque ammalati, di cui tre morti nel periodo compreso tra il gennaio 2014 e il gennaio 2015. Ora, una ricostruzione retrospettiva ha portato il numero degli infetti accertati a dieci e l’inizio del focolaio viene datato al 2010, coinvolgendo anche Texas, Oklahoma e Texas.
Intanto, Blue Bell, che in marzo aveva ritirato nove tipi di gelati confezionati, prodotti in uno stabilimento dell’Oklahoma e potenzialmente contaminati dalla listeria, ora li ha ritirati tutti, compreso ogni altro prodotto (yogurt surgelati, sorbetti, snack surgelati) proveniente dai tutti i suoi stabilimenti, dopo aver scoperto che altri due suoi gelati, prodotti il 17 e il 27 marzo, contenevano il batterio. Pochi giorni dopo, anche un altro produttore di gelati, Jeni’s Splendid Ice Creams, ha provveduto a un ritiro totale, dopo che il Dipartimento dell’agricoltura del Nebraska, durante un controllo a campione, ha individuato la listeria in un suo gelato. Per ora, la Food and Drug Administration non ritiene che ci sia un collegamento tra la contaminazione dei gelati delle due compagnie.
L’infezione provocata dal batterio della Listeria monocytogenes colpisce circa 1.600 americani l’anno ed è la terza causa di morte per infezione alimentare. La listeriosi può essere fatale soprattutto in alcuni gruppi ad alto rischio: anziani, persone con sistema immunitario indebolito o con condizioni mediche croniche. Nelle donne incinte, l’infezione può causare aborti spontanei, nascita di feti morti, parti prematuri, gravi malattie o decessi nei neonati.
Beniamino Bonardi – Il Fatto alimentare – 30 aprile 2015