La domanda a cui dovrà rispondere la Corte suprema Usa è se la riforma sanitaria voluta dal presidente Obama è costituzionale o meno. Iniziate le udienze, la decisione è attesa per giugno. Secondo un sondaggio condotto da NY Times e Cbs il 47% dei cittadini è contrario a Obama care
La Corte suprema degli Stati Uniti ha iniziato il suo lavoro di valutazione per stabilire se la riforma sanitaria è o meno costituzionale. “Obama care”, approvata nel marzo 2010, quindi esattamente due anni fa, fortemente voluta dal capo della Casa Bianca e dal partito democratico è, per i suoi contenuti, tra le più ampie e controverse riforme mai approvate dagli Stati Uniti.
La riforma che, tra gli altri provvedimenti, assicura la copertura assicurativa a 32 milioni di cittadini è diventata una battaglia simbolo sia per chi la sostiene, il presidente Obama e democratici in primis, sia per i suoi detrattori ovvero il Grand old party repubblicano.
Per i primi è una questione di civiltà, per i secondi è una violazione della libertà individuale e del diritto di decidere liberamente se assicurarsi o meno, oltre che di costi economici.
Per questo 26 Stati appartenenti all’Unione si sono dichiarati “in causa” contro il governo federale contestando la legittimità costituzionale della legge.
Stato “capofila” è la Florida che è la titolare della causa che pende davanti ai nove saggi della Corte suprema.
Secondo gli osservatori e i conoscitori degli Stati Uniti per Obama non è una partita facile poiché i giudici sono in maggioranza, cinque a quattro, di nomina repubblicana.
Ieri sono cominciate le udienze che dureranno tre giorni, ogni giorno per oltre cinque ore. Per il mese di giugno è atteso il verdetto che stabilirà una volta per tutte se l’obbligo di dotarsi di una assicurazione sanitaria entro il 2014 è o no compatibile con la Costituzione degli Stati Uniti.
Intanto la scorsa settimana un sondaggio condotto da Cbs e New York Times è stato chiaro: il 47% degli intervistati si è detto contro la riforma.
27 marzo 2012 – quotidianosanita.it