Cresce anche negli Stati Uniti la diffidenza verso gli Ogm. Alcuni Stati stanno pensando all’obbligo di etichettatura dei prodotti contenenti organismi geneticamente modificati, mentre i produttori bio fanno pressione su Obama, come emerge da un articolo pubblicato dall’agenzia Associated Press.
In assenza di una normativa a livello federale, alcuni stati, dal Rhode Island alle Hawaii, stanno prendendo in considerazione di rendere obbligatoria per legge l’etichettatura di prodotti contenenti ingredienti geneticamente modificati.
Ad oggi, solo il Connecticut e il Maine possiedono leggi che richiedono etichette per alimenti geneticamente modificati. Tuttavia questi requisiti non entreranno in vigore finche’ altri stati non adotteranno regole proprie in materia. Leggi che dovrebbero essere approvate in piu’ di 24 stati.
Secondo il Center for Science in the Public Interest (Centro per la scienza nel pubblico interesse, NdT), organizzazione no profit, il 70% del cibo lavorato contiene almeno un ingrediente prodotto o derivato da organismi geneticamente modificati, conosciuti come Ogm. La Grocery Manufacturers Association (associazione di settore per l’industria alimentare, NdT) (…) ritiene che questa percentuale si assesti tra il 70 e l’80%.
Le modifiche genetiche delle piante possono migliorarne la qualita’, la forza e la resistenza ai parassiti e alle malattie. Studi scientifici in materia non hanno evidenziato una maggiore pericolosita’ degli alimenti Ogm rispetto a quelli non Ogm, ma chi spinge per il requisito di etichettatura punta sul valore insito nell’informazione stessa.
“Non so se sia pericoloso o non sano, ma e’ un’informazione che le persone hanno il diritto di avere,” ha dichiarato il democratico Dennis Canario, rappresentante del Rhode Island, che sta promuovendo la legge sull’etichettatura. “Sulla confezione mettono le calorie. E mettono il contenuto di grassi. Se gli ingredienti sono stati geneticamente alterati, non doverebbe esservi scritto anche quello?”
Ad opporsi alle proposte sono le compagnie di biotecnologia e molti gruppi agricoli, che affermano che l’ingegneria genetica ha fornito un’agricoltura piu’ sostenibile, economica e produttiva in tutto il mondo. I gruppi societari temono che i requisiti di etichettatura possano aumentare i costi per i produttori alimentari – e quindi alla fine per i consumatori – e sollevare paure inutili. (…)
Gli elettori della California e dello stato di Washington negli ultimi due anni hanno respinto le proposte di etichettatura degli Ogm. E mercoledi’, nel New Hampshire, i legislatori hanno votato contro una legge per l’etichettatura. Tra le tante motivazioni, gli oppositori hanno affermato che qualunque obbligo di etichettatura dovra’ molto probabilmente affrontare una sfida legale.
“Se si ritiene che le modifiche genetiche producano alimenti che pongono rischi per la salute, allora si sottintende che debba essere la FDA (Food and Drug Administration) a etichettarli,” ha dichiarato la democratica Linda Lauer, rappresentante del New Hampshire e chimica in pensione. “Se invece non vi e’ rischio per la salute, allora perche’ richiedere l’etichettatura?”
Quindi il Connecticut e il Maine continueranno ad aspettare che gli altri stati emanino leggi in materia prima che le loro possano entrare in vigore. I legislatori di questi due stati hanno aggiunto questa disposizione per evitare che si crei un mosaico di norme statali di etichettatura che potrebbe tradursi in un onero per i produttori di alimenti.
La questione potrebbe essere risolta a Washington, dove entrambe le parti spingono per uno standard federale sull’etichettatura degli alimenti Ogm. La FDA, che prevede che tutti gli alimenti geneticamente modificati debbano soddisfare gli stessi requisiti dei cibi tradizionali, consente ora ai produttori di etichettare volontariamente i loro prodotti come geneticamente modificato o meno.
La scorsa settimana, una coalizione di produttori di alimenti biologici, di critici degli Ogm e di loro sostenitori al Congresso, ha scritto al Presidente Barack Obama sollecitando la FDA a richiederne l’etichettatura.
Lo scorso mese intanto, la Grocery Manufacturers Association ha scritto alla FDA chiedendo se gli alimenti “derivanti dalla biotecnologia” possano essere etichettati come “naturali”. L’associazione, che rappresenta la Monsanto Company, la McDonald’s, la Procter & Gamble e centinaia di altre compagnie, fa notare che gli Ogm sono presenti sul mercato da vent’anni, tra cui si annoverano soia, mais e zucchero e altri prodotti comunemente usati in una vasta gamma di alimenti.
Alcune aziende non hanno intenzione di aspettare un’azione del governo. La Whole Foods ha annunciato lo scorso anno che prevede di riuscire ad etichettare i propri prodotti Ogm in tutti i suoi negozi negli Stati Uniti e in Canada entro cinque anni. E la General Mills ha annunciato recentemente che non intende piu’ utilizzare Ogm nella sua ricetta originale dei Cheerios.
Decine di nazioni, inclusi i membri dell’Unione Europea, gia’ possiedono leggi in materia di etichettatura Ogm. Scott Faber, direttore esecutivo dell’organizzazione pro-etichettatura Ogm, “Just Label It”, crede che gli Stati Uniti seguiranno questa linea, a seguito delle pressione da parte degli stati che per primi fanno passare i propri requisiti di etichettatura.
“Chiaramente la FDA possiede l’autorita’ di richiedere l’etichettatura, ma sono gli stati ad aprire la strada,” ha dichiarato Faber. “In definitiva, nel momento in cui un numero sufficiente di stati avranno agito, lo fara’ anche il governo federale.” [David Klepper – a cura di agra press (gin)]
Il Punto Coldiretti – 29 gennaio 2014