La conferma ufficiale arriva dopo settimane di indiscrezioni. Ferrero ha acquisito per 2,8 miliardi di dollari il business dolciario statunitense di Nestlè, battendo la controfferta Hershey. Venti brand, tre stabilimenti produttivi e un business che vale 900 milioni di dollari all’anno. E così il colosso di Alba, terzo produttore al mondo nel settore del cioccolato confezionato, diventa la terza più grande azienda dolciaria negli Usa. La notizia del deal è stata ufficializzata nel pomeriggio di ieri, dopo settimane di indiscrezioni e no comment da parte dei vertici del colosso di Alba. «Siamo entusiasti di aver acquisito il business dolciario di Nestlé negli Stati Uniti d’America – sottolinea in una nota Giovanni Ferrero, presidente esecutivo del Gruppo – che porta con sé un portafoglio eccezionale di marchi iconici ricchi di storia e di grande riconoscibilità. Ciò, combinato con l’attuale offerta Ferrero sul mercato americano, incluse le aziende recentemente acquisite Fannie May e Ferrara Candy Company, garantirà una gamma sostanzialmente più ampia, un’offerta più vasta di prodotti di alta qualità per i consumatori di snack al cioccolato, caramelle, dolciumi e prodotti stagionali da ricorrenza, oltre a nuove entusiasmanti opportunità di crescita nel più grande mercato dolciario del mondo».
La politica delle acquisizioni per Ferrero è andata in crescendo: avviata nel 2012 con alcune attività Stelliferi (Italia-Turchia) seguita nel 2014 dalla turca Oltan per blindare la filiera delle nocciole, arriva ora al cuore del mercato statunitense e mette a segno un deal che cambia strutturalmente gli equilibri e i pesi. Ferrero ha fatto il grande salto sul mercato americano e in meno di un anno ha costruito un business che supera i due miliardi e mezzo di dollari tenendo conto della sua quota di mercato negli States e delle tre acquisizioni messe a segno negli ultimi mesi. L’ultimo dato di bilancio disponibile (al 31 agosto 2016) vede i ricavi di Ferrero a quota 10,3 miliardi di euro e non consolida naturalmente le ultime operazioni negli Stati Uniti passati in pochi mesi da quinto mercato per il Gruppo di Alba a focus industriale e commerciale. Il punto sta proprio qui: la presenza forte sul mercato americano diventa, grazie all’acquisizione di brand, stabilimenti e canali distributivi, uno straordinario canale di ulteriore espansione per Ferrero.
Per Lapo Civiletti, Ceo del Gruppo Ferrero, «il nostro impegno nel trasferire valore ai consumatori e ai clienti nordamericani sarà ulteriormente rafforzato dall’arrivo nel nostro portafoglio di brand così potenti del confectionery e del mercato del cioccolato». Tra le attività acquisite dalla multinazionale svizzera – nell’operazione Credit Suisse Securities, Davis Polk & Wardwell LLP e Lazard sono stati consulenti di Ferrero – ci sono marchi “iconici” del cioccolato come Butterfinger, BabyRuth, 100Grand, Raisinets e Wonka, ma anche le caramelle weeTarts, LaffyTaffy e Nerds. Inoltre l’accordo prevede per Ferrero il diritto esclusivo sul marchio Crunch negli Stati Uniti nel comparto del confectionery. Dunque Alba consolida con l’ultima delle tre operazioni sul mercato americano tanto il settore del cioccolato confezionato, cuore del business Ferrero, quanto il comparto dolciumi e caramelle.
Con l’acquisizione del ramo di attività da Nestlè, in particolare, «Ferrero diventerà la terza più grande azienda dolciaria nel mercato statunitense dove è meglio conosciuta per i Tic Tac, le praline Ferrero Rocher, Nutella». Accanto ai nuovi brand Ferrero rafforza la sua base produttiva negli States acquisendo gli stabilimenti Nestlé «a Bloomington, Franklin Park e Itasca, in Illinois, con i dipendenti collegati alla divisione confectionery, continuando ad operare attraverso gli uffici di Glendale, in California, e le altre sedi proprie in Illinois e in New Jersey». In totale 1.800 persone, tra addetti alla produzione e impiegati degli uffici di Glendale, in California, e delle altre sedi in Illinois e New Jersey, 5.300 se si considera il numero globale di addetti in capo al Gruppo tra Stati Uniti e Messico.
La politica delle acquisizioni per Ferrero è andata in crescendo: avviata nel 2012 con alcune attività Stelliferi (Italia-Turchia) seguita nel 2014 dalla turca Oltan per blindare la filiera delle nocciole, arriva ora al cuore del mercato statunitense e mette a segno un deal che cambia strutturalmente gli equilibri e i pesi. Ferrero ha fatto il grande salto sul mercato americano e in meno di un anno ha costruito un business che supera i due miliardi e mezzo di dollari tenendo conto della sua quota di mercato negli States e delle tre acquisizioni messe a segno negli ultimi mesi. L’ultimo dato di bilancio disponibile (al 31 agosto 2016) vede i ricavi di Ferrero a quota 10,3 miliardi di euro e non consolida naturalmente le ultime operazioni negli Stati Uniti passati in pochi mesi da quinto mercato per il Gruppo di Alba a focus industriale e commerciale. Il punto sta proprio qui: la presenza forte sul mercato americano diventa, grazie all’acquisizione di brand, stabilimenti e canali distributivi, uno straordinario canale di ulteriore espansione per Ferrero.
Per Lapo Civiletti, Ceo del Gruppo Ferrero, «il nostro impegno nel trasferire valore ai consumatori e ai clienti nordamericani sarà ulteriormente rafforzato dall’arrivo nel nostro portafoglio di brand così potenti del confectionery e del mercato del cioccolato». Tra le attività acquisite dalla multinazionale svizzera – nell’operazione Credit Suisse Securities, Davis Polk & Wardwell LLP e Lazard sono stati consulenti di Ferrero – ci sono marchi “iconici” del cioccolato come Butterfinger, BabyRuth, 100Grand, Raisinets e Wonka, ma anche le caramelle weeTarts, LaffyTaffy e Nerds. Inoltre l’accordo prevede per Ferrero il diritto esclusivo sul marchio Crunch negli Stati Uniti nel comparto del confectionery. Dunque Alba consolida con l’ultima delle tre operazioni sul mercato americano tanto il settore del cioccolato confezionato, cuore del business Ferrero, quanto il comparto dolciumi e caramelle.
Con l’acquisizione del ramo di attività da Nestlè, in particolare, «Ferrero diventerà la terza più grande azienda dolciaria nel mercato statunitense dove è meglio conosciuta per i Tic Tac, le praline Ferrero Rocher, Nutella». Accanto ai nuovi brand Ferrero rafforza la sua base produttiva negli States acquisendo gli stabilimenti Nestlé «a Bloomington, Franklin Park e Itasca, in Illinois, con i dipendenti collegati alla divisione confectionery, continuando ad operare attraverso gli uffici di Glendale, in California, e le altre sedi proprie in Illinois e in New Jersey». In totale 1.800 persone, tra addetti alla produzione e impiegati degli uffici di Glendale, in California, e delle altre sedi in Illinois e New Jersey, 5.300 se si considera il numero globale di addetti in capo al Gruppo tra Stati Uniti e Messico.