L’Italia al momento non risulta coinvolta dal nuovo caso di contaminazione alimentare che sta dilagando in tutta Europa. Il 20 luglio, da numerosi allevamenti olandesi di galline ovaiole, sono stati spediti milioni di uova contaminate da “fipronil”, principio attivo di un insetticida usato contro i parassiti delle galline. Secondo le Autorità sanitarie europee il fipronil è comunque vietato là dove ci sia una produzione diretta di alimenti ad uso umano. La Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti del ministero della Salute spiega in una nota che «non risultano distribuzioni di uova contaminate con fipronil in Italia. Le indagini condotte attraverso il sistema di allerta europeo Rasff hanno evidenziato che si ipotizza un uso fraudolento del fipronil da parte di alcuni produttori dei Paesi Bassi. In relazione a questa segnalazione – sottolinea il comunicato – il ministero già in data 31 luglio ha informato gli assessorati alla Sanità delle Regioni e Province Autonome della problematica chiedendo di effettuare le verifiche sul territorio».
Altro dato importante, l’Italia è quasi autosufficiente nel fabbisogno di uova: secondo i dati di Una Italia il grado di approvvigionamento è del 94,8%. Il consumo procapite è di 218 uova l’anno, di cui 142 consumate tal quali, le altre attraverso pasta, dolci e altre preparazioni alimentari.
In Europa l’allerta si sta allargando dalla Germania, al Belgio, dalla Francia alla Gran Bretagna alla Svizzera, alla Svezia dove sono state importate numerose partite di uova contaminate dall’insetticida. Le Autorità olandesi e belghe stanno conducendo indagini per capire come l’insetticida abbia inquinato le uova in decine di allevamenti, anche se sono più di un centinaio le aziende messe sotto osservazione tra Olanda e Belgio.
Domenica la catena tedesca di discount Aldi ha annuciato il ritiro di tutte le uova in vendita nei propri negozi in Germania e Svizzera, mentre ieri il ministro dell’Agricoltura tedesca, Christian Schmidt ha parlato di «atto criminale» e ha chiesto spiegazioni ai suoi colleghi olandese e belga. Mina Andreeva, portavoce della Commissione europea, ha spiegato che il Belgio ha impiegato almeno due settimane a notificare l’allarme alle Autorità europee, nonostante la normativa obblighi i singoli Stati membri a dare immediata notizia di casi che riguardano la salute umana. Per questo «la Commissione potrebbe aprire una procedura di infrazione contro il Belgio» se dovesse essere confermato il ritardo.
Secondo quanto riportato ieri dal giornale belga «Le Point», all’origine di quello che potrebbe tramutarsi nell’ennesimo scandalo alimentare in Europa, ci sarebbe la società olandese Chickfriend, specializzata nella eradicazione della patologia “pelle rossa” dei polli, che ha utilizzato la sostanza non ammessa nei trattamenti di animali destinati ad alimentazione umana. Il giornale riporta che l’inchiesta giudiziaria ha rivelato anche l’esistenza di un circuito illegale di commercio di insetticidi a base di fipronil. La società Chickfriend – scrive ancora il giornale Belga, riportando indiscrezioni di fonte inquirente – si sarebbe approvvigionata dell’insetticida Dega 16 con fipronil da una aziedna fiamminga, la Poultry Vision, che a sua volta avrebbe acquistato in Romania grandi quantità del prodotto illegale.
Attualmente in Belgio sono stati bloccati 51 allevamenti, mentre altri 86 sono sotto osservazione precauzionale.
Ben diversa la situazione in Olanda – ogni anno con 50 milioni di galline produce più di 10 miliardi di uova – dove gli allevamenti sotto sequestro sono al momento 180. A seguito del crololo verticale delle vendite, ora migliaia di allevatori olandesi hanno cominciato la distruzione della produzione, mentre sarebbe già stato abbattuto più di un milione di galline.
L’Organizzazione mondiale della sanità classifica il fipronil come principio attivo tossico per l’uomo, assunto tuttavia in grandi quantità.
Roberto Iotti – Il Sole 24 Ore – 9 agosto 2017