Alla Camera le opposizioni (più Gelmini e Alfano per errore) votano a favore di un emendamento di Fli
Dopo essere finito sotto due volte martedì e una mercoledì a Montecitorio, il governo viene di nuovo battuto alla Camera su un emendamento di Futuro e libertà nel disegno di legge di riforma dell’università su cui l’esecutivo aveva dato parere contrario. L’emendamento all’articolo 16, di cui è primo firmatario Fabio Granata (Fli), è passato con 261 no, 282 sì e tre astenuti. L’approvazione dell’emendamento è stata accolta con applausi da parte dell’opposizione.
VOTO – Il voto finale di Montecitorio sul provvedimento, che era atteso nel pomeriggio, slitta a martedì, poi il ddl passerà al Senato. Il ministro Mariastella Gelmini, dopo la nuova battuta d’arresto alla Camera, ha riferito che l’emendamento approvato non è «particolarmente significativo, ma se saranno votati emendamenti il cui contenuto stravolge il senso della riforma, mi vedrei costretta a ritirarla». Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, coglie al volo l’idea del ministro: «Gelmini ritiri subito il ddl e iniziamo a discutere come correggere alcune distorsioni di questa legge e come trovare risorse per sostenere diritto allo studio e alla ricerca. Il ministro mi dà dello studente ripetente», ha aggiunto Bersani. «Domani metterò su internet il mio voto di laurea e di tutti gli esami sostenuti. Mi aspetto che Gelmini faccia altrettanto, compreso il giro turistico a Reggio Calabria», ha detto il leader del Pd riferendosi all’esame di Stato di abilitazione come avvocato che il ministro bresciano svolse nel capoluogo calabrese.
GELMINI E ALFANO – Tra l’altro i ministri Gelmini e Angelino Alfano per errore avevano votato a favore dell’emendamento, errore da loro stesso subito denunciato con richiesta di correzione del risultato della votazione. «Se anche i due ministri, seppure erroneamente, votano con le opposizioni è un buon segnale per chi in tutta Italia sta protestando», ha commentato Roberto Giachetti (Pd), ripreso però subito dal presidente di turno dell’assemblea, Rosy Bindi: «Non confonda le scelte politiche con la semplice distrazione, che può capitare anche a chi siede al governo».
SFIDUCIA – Dario Franceschini, capogruppo del Pd, ha commentato così il risultato: «I numeri per la sfiducia ci sono: si tratta solo di verificare la volontà politica di far cadere il governo». Ha replicato il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto: «La maggioranza non è in balia di nessuno. La verifica vera sull’esistenza o meno della maggioranza ci sarà il 14 dicembre: se ci sarà una maggioranza occasionale, provocatoria o raccogliticcia, chiederemo al presidente della Repubblica di tornare dal corpo elettorale». Secondo il ministro Alfano, «si trattava di un emendamento del tutto ininfluente rispetto alla legge, ma rientra in un copione: una o due volte al giorno bisogna far andare sotto il governo per dimostrare l’indispensabilità di Fli».
MARCEGAGLIA – Sul dibattito è intervenuta anche Emma Marcegaglia. Il presidente della Confindustria chiede «a tutte le forze politiche di approvare nel più breve tempo possibile la riforma dell’università, pur se è perfettibile, perché introduce elementi importanti per una governance più efficiente e per una migliore valutazione del merito. Sarebbe veramente inaccettabile che per litigi interni cadesse».
Corriere.it
25 novembre 2010