Ci si potrà iscrivere liberamente al primo semestre della facolta di Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e in Medicina veterinaria senza passare attraverso test. Il provvedimento punta a lasciare libera l’iscrizione ad un primo semestre che sarà propedeutico a tutte le facoltà di area biomedica. L’ammissione al secondo sarà subordinata al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari stabiliti per gli esami del primo semestre che dovrebbero essere quattro. Resterà in vigore il numero programmato dal momento che, per il passaggio al secondo semestre, sarà necessario collocarsi in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale.
Sul testo base adottato dal comitato ristretto della commissione Cultura del Senato, per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina, si è alimentata da ieri molta confusione. Partiamo da un elemento chiave: non ci sarà il superamento del numero programmato. A cambiare saranno solo le modalità di accesso alla facoltà, andando ad eliminare quei test di ingresso più volte rivisti negli ultimi anni.
Il provvedimento punta a lasciare libera l’iscrizione ad un primo semestre che sarà propedeutico a tutte le facoltà di area biomedica. L’ammissione al secondo sarà subordinata al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari stabiliti per gli esami del primo semestre che dovrebbero essere quattro. Come dicevamo, resterà in vigore il numero programmato dal momento che, per il passaggio al secondo semestre, sarà necessario collocarsi in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale.
Ma quali elementi verrano considerati per il posizionamento nella graduatoria nazionale? Sul punto il testo resta molto vago dal momento che saranno i decreti legislativi governativi, da adottare entro 12 mesi dall’approvazione del provvedimento, a disciplinare più nel dettaglio questioni di merito come questa. Ad aiutarci far chiarezza su alcuni punti rimasti oscuri è stato Francesco Zaffini (FdI), presidente della commissione Sanità del Senato, nonché relatore del provvedimento.
Presidente Zaffini, chiarito che il numero programmato non verrà abolito, ci può spiegare innanzitutto quando dovrebbero entrare in vigore le nuove regole?
A questo punto, con un primo semestre aperto a tutti, come si pensa di aggirare il problema degli spazi per garantire l’accesso alle lezioni?
Le lezioni, così come lo svolgimento degli esami, saranno per lo più a distanza in modalità telematica. Se, ad esempio, come si pensa, nel primo semestre potrebbero registrarsi le iscrizioni di 70-80 mila studenti, è del tutto evidente che non si potrà in alcun modo pensare ad un obbligo di frequenza. Sarebbe impossibile reperire gli spazi necessari. Dunque, solo in quel primo semestre, la formazione sarà prevalentemente a distanza con l’ausilio di tutor oltre che dei docenti delle materie interessate per il primo semestre valutativo.
Mentre l’accesso al secondo semestre sarebbe garantito solo con il conseguimento degli esami previsti per il primo semestre oltre che dalla collocazione utile nella graduatoria nazionale di merito. Ma come funzionerà questa graduatoria, quali saranno le condizioni necessarie per un collocamento utile?
Tutto questo verrà definito più nel dettaglio dai decreti legislativi che dovrà emanare il governo. Possiamo però già oggi dire che gli esami del primo semestre – che dovrebbero essere quattro – si svolgeranno in modalità telematica con domande a risposta chiusa. Per la collocazione utile nella graduatoria nazionale verrano considerati tre elementi: i crediti formativi universitari ottenuti con il conseguimento degli esami, il voto ricevuto e il numero di risposte esatte date. In questo modo si supera il meccanismo cervellotico dei test e si applica una selezione a seguito di una valutazione degli studenti su base semestrale, dando al contempo agli stessi ragazzi la possibilità di valutarsi per capire quale sia il miglior percorso per loro da intraprendere.
Quanto al numero programmato, non cambierà nulla?
No, sul punto si è fatta troppa confusione. Come dicevamo numero programmato resta e continuerà ad essere formulato esattamente come già avviene oggi, incrociando i dati del Ministero dell’Università e della Conferenza dei rettori con quelli di Ministero della Salute e della Conferenza Stato Regioni. In questo senso la ministra Bernini ha già parlato di 30 mila medici che saranno formati nei prossimi anni. In questo modo, mantenendo il meccanismo del numero programmato, non ci sarà alcun rischio di una nuova pletora medica.
Giovanni Rodriquez QS