Fino al 100% in più per chi ha redditi familiari superiori ai 150mila euro. La banca centrale sarà chiamata a “tenere conto” delle norme contenute nel decreto. Sotto osservazione anche ferie e permessi. Niente contributi per restauro Beni culturali. Non più soppressione ma “riordino” per le province
Gli atenei potranno decidere di aumentare le tasse universitarie dei fuoricorso sino a raddoppiarle per le fasce di reddito più alte. È quanto prevede un emendamento dei relatori al decreto per la spending review approvato ieri notte dalla commissione Bilancio del Senato. L’aumento fino al 100% è previsto per i redditi oltre 150.000 euro.
Gli aumenti potranno essere decisi dagli Atenei, secondo criteri definiti dal ministero dell’Istruzione. E saranno adottati “sulla base dei principi di equità, progressività e redistribuzione e tenendo conto degli anni di ritardo rispetto alla durata normale dei corsi di studio, del reddito familiare, del numero degli studenti appartenenti al nucleo familiare iscritti all’università e della specifica condizione degli studenti lavoratori”.
Bankitalia. Anche la Banca d’Italia dovrà tenere “conto dei principi contenuti” nel decreto sulla spending review, “nell’ambito del proprio ordinamento”. Lo prevede un emendamento dei relatori, Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), approvato dalla commissione Bilancio del Senato. In particolare Bankitalia è chiamata a “tenere conto” dei principi contenuti nel decreto su quattro punti specifici: il divieto di effettuare spese superiori al 50% rispetto al 2011 sul noleggio auto e buoni taxi; dal primo ottobre i buoni pasto avranno un valore di 7 euro; le ferie e i permessi non saranno più pagate ma andranno fruite; e le consulenze non saranno più affidate a dipendenti in pensione.
Gli incarichi dei prof. Stop al cumulo di indennità per i professori universitari che, dopo un incarico in un ente o in una istituzione, tornano ad insegnare. Lo prevede un emendamento di Giuseppe Valditara, Terzo Polo, approvato dalla commissione Bilancio. Si legge nel testo: “In nessun caso il professore o ricercatore universitario rientrato nei ruoli delle università può conservare il trattamento economico complessivo goduto nel servizio o incarico svolto precedentemente, qualsiasi sia l’ente o istituzione in cui abbia svolto l’incarico”.
Niente contributo per Beni culturali privati. Saltano i contributi pubblici per il restauro e la manutenzione dei Beni culturali privati, stando a quanto stabilisce un emendamento al decreto spending review approvato in commissione Bilancio al Senato. Fino alla fine del 2015 – secondo la nuova norma – è sospesa la possibilità per il ministero dei Beni culturali di partecipare alle spese sostenute da proprietari, possessori o detentori di beni culturali, per realizzare interventi di restauro e interventi conservativi.
Aero Club, proroga di un anno per Leoni. Alla guida dell’Aero Club d’Italia resterà per un anno il senatore leghista Giuseppe Leoni, una proroga voluta dalla Lega con un emendamento in Senato e sostenuta dallo stesso Leoni con un altro suo emendamento. Una modifica al decreto spending review – presentata da due senatori del Carroccio, Massimo Garavaglia e Gianvittore Vaccari, e approvata in commissione Bilancio – stabilisce infatti per Leoni una proroga fino a un anno come commissario straordinario dell’Aero Club. L’emendamento targato Lega è stato approvato in commissione ma, se non fosse passato, ne era già pronto un altro da votare in Aula, firmato dallo stesso Leoni.
100 milioni alle Province dai rimborsi fiscali. Arrivano 100 milioni per le province, “prelevati” dal fondo per i rimborsi fiscali alle imprese: a prevederlo è un emendamento al decreto legge presentato dai relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), in commissione Bilancio al Senato. I fondi, come già per i 500 milioni per i comuni, arriveranno dal fondo dell’agenzia delle entrate che serve alle compensazioni e ai rimborsi fiscali. “Il contributo – si legge nel testo dell’emendamento – non è conteggiato fra le entrate valide ai fini del patto di stabilità interno ed è destinato alla riduzione del debito”.
Province: non più soppressione ma riordino. Le province, inoltre, stando a un emendamento presentato dai relatori in commissione bilancio al senato, dovranno essere sì ridotte, ma nel decreto non si parlerà più di “soppressione” ma di “riordino”. Se il testo varato dal governo prevede infatti che vengano “soppresse o accorpate”, la proposta di modifica dei relatori stabilisce che “tutte le province delle regioni a statuto ordinario siano oggetto di riordino”. Restano comunque validi i requisiti minimi di popolazione e territorio, che non consentiranno la sopravvivenza degli enti più piccoli.
Salta taglio 30 milioni per la ricerca nel 2012. Salta il taglio per la ricerca nel 2012: l’emendamento al decreto firmato da Antonio Rusconi (Pd) stabilisce che la decurtazione venga ridotta di 30 milioni di euro e che sia quindi pari a 51 anzichè 81 milioni di euro. I tagli saranno stabiliti secondo i parametri e le valutazioni dell’Anvur, ovvero dell’agenzia di valutazione.
ilsole24ore.com – 28 luglio 2012